La nuova frontiera della colonizzazione spaziale è il genoma umano

Uno scienziato ha proposto di colonizzare altri pianeti spedendo il genoma umano nello spazio. In seguito questo potrà essere assemblato per produrre un essere completo

Ogni giorno vengono scoperti nuovi pianeti simili alla Terra come Kepler 10-c ma questi sono ancora troppo lontani per poter essere visitati dall’uomo. Se si considera che nemmeno Marte – il pianeta più vicino a noi – potrà essere colonizzato in tempi brevi, si può affermare che il sogno di un’enclave umana sul suolo extraterrestre è ancora lontano dal realizzarsi. Al “The Future is Here Festival” di Washington l’ingegnere della NASA, Adam Seltzner, ha proposto una soluzione per portare l’uomo su altri pianeti, che ha un sapore decisamente fantascientifico: diffondere il DNA umano nello spazio tramite batteri modificati. 

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La proposta di Seltzner si basa sulla teoria della panspermia, secondo la quale le componenti della vita sono arrivate sulla Terra tramite agli asteoridi da altri pianeti. L’idea è quella di invertire il processo inviando nello spazio il nostro genoma, che ora può essere sintetizzato molto più facilmente.

Genoma nello spazio con batteri come astronavi 

Questa soluzione era già stata proposta dai ricercatori di Harvard, Gary Ruvkun e George Church. I due scienziati hanno ipotizzato l’uso di batteri per trasportare frazioni di genoma su altri pianeti. Una volta giunti a destinazione, i segmenti contenuti nei bacilli potranno essere assemblati per produrre un filamento completo di DNA umano che si evolverà poi da sé. Un’altra ipotesi è quella di inviare preventivamente dei robot sui pianeti da colonizzare. Questi avranno il compito di trasformare il genoma in un essere umano completo.

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Ovviamente gli scienziati sottolineano come nessuna di queste tecnologie sia ancora alla nostra portata.