Le aziende automobilistiche mentono sui reali consumi delle auto?

Ricerche e analisi scientifiche nel mondo dei trasporti non possono mentire e, stando a questi dati, le principali case automobilistiche stanno continuando a barare sul reale consumo di carburante, e quindi di emissione di CO2, delle auto da loro prodotte

Qualcuno ha deciso di giocare sporco. Ecco perché a tanti, ultimamente, è successo di acquistare un’automobile, magari attratti dalla pubblicità che ne promuoveva i bassi consumi, per poi rendersi conto che quella stessa auto, in concreto, consuma di più di quella vecchia o semplicemente più di quanto aveva promesso la pubblicità. In questo periodo, non si può negare, sono moltissime le aziende automobilistiche che parlano di consumi ridotti.

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Teoria e pratica

La colpa risiede nella differenza che passa tra l’uso della macchina nella realtà e l’uso della stessa in una sala prove, con il supporto di test di omologazione.

Il calcolo che ha svelato l’inganno si deve all’International Council On Clean Transportation (ICCT). Dal rapporto appena presentato emerge che i consumi reali delle auto sono in media superiori del 25% a quelli dichiarati dalle case produttrici. Secondo l’osservatorio, dieci anni fa, tale percentuale era del 10%. L’esito è sconcertante se si pensa ai progressi raggiunti ultimamente dall’industria in tecnologie pulite.

La colpa dell’imperdonabile errore risiede nella differenza che passa tra l’uso della macchina nella realtà e l’uso della stessa in una sala prove. Stando al parere degli esperti, il problema è nelle prove di omologazione, una procedura che, pensate un po’, risale al 1980. Inoltre, in questi test pare proprio che i costruttori non incontrino difficoltà nel ricavare risultati più ottimistici di quelli che si avrebbero in strada. Tutto questo gli è possibile utilizzando una serie di trucchetti tra cui per esempio spegnere l’aria condizionata.

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A livello legale tuttavia, la condotta dei costruttori è inattaccabile perché di fatto si attengono alle indicazioni del ciclo Nedc (New European Driving Cycle), quello di 30 anni fa.

Basta bugie

Per fare in modo che la situazione in atto cambi, secondo Peter Mock, direttore di ICCT, sono subito necessarie nuove regole. Una possibile soluzione potrebbe essere utilizzare quelle messe a punto dalle Nazioni Unite. Queste ultime hanno proposto un test di consumi standard su base globale conosciuto con l’acronimo di WLTP (Worldwide Harmonized Ligt Vehicles Test Procedure). Secondo l’ICCT e altre associazioni «verdi» fornirebbe risultati molto più aderenti alla realtà.

Purtroppo in Europa l’approvazione di questo progetto non sarà immediata. Infatti, alla fine di aprile, il Parlamento Europeo ha deciso che il nuovo test verrà introdotto nel 2017 e diversi stati puntano a farlo slittare addirittura al 2020.

La classifica

Dallo studio dell’ICCT è emerso che le case automobilistiche che più hanno falsato i dati sono le tedesche Bmw, Audi, Mercedes e Opel, che dichiarano consumi inferiori del 25-30%. Seguono Peugeot, Citroen, Renault e Toyota, con il 15% in meno di consumi dichiarati.

I primi a controbattere sono stati i rappresentanti di Bmw, con queste parole: «Il numero di veicoli analizzati varia in modo considerevole e rappresenta soltanto un piccolo campione delle nostre vendite perciò non è rappresentativo».