Legambiente ha diffuso il report “Mare Monstrum” sui reati ambientali legati al mare e alla costa. La maggior parte dei reati riguarda la pesca illegale e lo scarico abusivo

Legambiente, che ha scoperto che il 41% delle etichette energetiche sugli elettrodomestici sono non a norma, ha rilasciato il suo report “Mare Monstrum” sui reati contro le coste e i mari italiani. Per il quarto anno consecutivo anche nel 2013 le infrazioni sono cresciute (+7,3% rispetto al 2012). La maggior parte dei crimini contro i nostri litorali, su un totale di 14.504 accertate da capitanerie di porto e forze dell’ordine, riguardano: pesca illegale, scarico abusivo di sostanze inquinanti, violazioni nel codice di navigazione e nel ciclo del cemento.

“Mare Monstrum” nel dettaglio

La pesca di frodo rappresenta il 42% di tutti i crimini contro il mare. Le forze dell’ordine hanno sequestrato 1 milione e 600mila kg di pescato illegale. Le Regioni in cui questa pratica è più diffusa sono Puglia, Campania, Sicilia, Calabria e Veneto. Il 22% dei reati riguarda invece lo scarico abusivo in mare causati da un cattivo sistema di depurazione, che in Italia copre solo il 78,5% della popolazione, o dallo sversamento di scarichi fognari e idrocarburi. Le violazioni del codice di navigazione rappresentano il 19% dei crimini contro il mare mentre il ciclo illegale del cemento si attesta al 16,6%. Quest’ultimo appare in fondo alla classifica per numero di reati accertati ma è primo per redditività con 266 milioni di euro su quasi 500 milioni accumulati tramite crimini contro l’ambiente marino e costiero.

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Non bisogna inoltre dimenticare che un precedente report di Legambiente aveva messo in luce come le spiagge italiane siano anche inquinate da grandi quantità di plastica, simbolo della poca consapevolezza dei cittadini sulle tematiche ambientali.

Il 21 giugno è inoltre partita dal porto di Savona la Goletta Verde di Legambiente, la nave dell’associazione pro-ambiente che monitorerà il livello di inquinamento di 200 litorali italiani. Al momento i risultati dicono che il 40% delle acque che si affacciano sulla Liguria hanno “cariche batteriche oltre i limiti di legge”.