L’intervento di Logotel all’edizione 2013 di TEDxBologna

Lo speech di Cristina Favini, Strategist e Manager of Design della service design company, dedicato al progetto della Weconomy

Quale impatto ha l’accelerazione tecnologica sulla persona umana? E perché la collaborazione è, oggi, la migliore risorsa possibile per “sopravvivere” alla complessità? È sul filo che lega questi due interrogativi della nostra contemporaneità che si è mosso l’intervento di Cristina Favini, Strategist e Manager of Design della service design company Logotel, all’edizione 2013 di TEDxBologna, evento indipendente targato TED, il format di conferenze su “Tecnologia, Entertainment e Design” più affermato al mondo, tenutosi lo scorso sabato 12 ottobre al Teatro Testoni di Bologna.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Tema dell’edizione: “Exponential Innovation”, ovvero, per riprendere la domanda-chiave dell’evento, “chi sta accelerando il nostro futuro?”. La giornata, dopo l’introduzione di Eric Ezechieli (Presidente di Axelera), si è articolata in tre sessioni: una sull’innovazione “disruptive”, una sull’argomento dei “collaborative networks” e una sulle “sfide sociali” nell’era delle innovazioni esponenziali, per un panel complessivo di 12 speaker d’avanguardia dai mondi del design, della scienza e della tecnologia (tra gli altri, l’astronauta della Stazione Spaziale Internazionale Luca Parmitano).

Cristina Favini ha partecipato alla giornata con un talk dal titolo “Weconomy: l’innovazione riparte dal Noi”, inserito nello slot pomeridiano dedicato alle reti collaborative, e focalizzato appunto sulle teorie e sulle pratiche che animano il progetto a cura di Logotel Weconomy, di cui Cristina Favini è ideatrice e responsabile. Dal 2010, prima con la pubblicazione di un libro collettivo (a quota 11.000 download), poi con un blog (weconomy.it) e quindi con una collana di “Quaderni per l’Impresa Collaborativa” giunta oggi al quinto numero, Weconomy si propone come punto di riferimento in Italia per chi (e sono tanti, e sono sempre di più) crede e quotidianamente “fa” una nuova impresa più aperta e partecipativa.

Leggi anche:  Nasce KepleriA: company di Altea Federation dedicata al mondo Analytics

“Comprendere il cambiamento non è più sufficiente – ha spiegato Cristina Favini – oggi bisogna ‘esserci dentro’. Se non aiutiamo il ‘Noi’ come persone a farne parte, non aiuteremo il ‘Noi’ come imprese, società, comunità a costruire un senso e un valore condiviso per tutti. Vale ormai in economia come in ogni altro ambito dell’esistenza: più che le specifiche competenze settoriali, a contare oggi è anche e soprattutto la componente relazionale, intesa come la nostra capacità di scambiare, di collaborare con gli altri, di innovare in maniera sinergica e sistemica”. La filosofia del progetto Weconomy, che non a caso mette a disposizione sul web in licenza libera Creative Commons ogni materiale di cui è composto (tra cui oltre 200 tra articoli e video-interviste a un network di co-autori tra i più disparati), è stata raccontata da Cristina Favini come “Un enzima capace di accelerare il nostro processo di trasformazione, per sviluppare nuove sensibilità e competenze, per completarci, per ri-posizionarci come persone prima ancora che come imprese”. Una sfida aperta che non attende altro che una partecipazione collettiva attraverso la piattaforma weconomy.it.