Le nuove tecnologie e gli strumenti del Web 2.0 consentono di rafforzare la relazione con il cliente e sviluppare la lead generation, che si affermano come le priorità per i prossimi anni. I risultati dell’Osservatorio sul Marketing B2B realizzato da CRIBIS D&B con AISM

Sono gli strumenti di relazione più tradizionali, come i convegni e i workshop, le fiere e le Public Relation a garantire oggi i migliori ritorni dell’investimento in ambito marketing B2B. Ma è il Web 2.0, in particolare con i social media e i servizi mobile, il canale del futuro per garantire il coinvolgimento del cliente, rappresentando la priorità dei prossimi anni per i professionisti del settore.

È quanto emerge dall’Osservatorio sul marketing B2B realizzato da CRIBIS D&B con AISM – Associazione Italiana Marketing (AISM) e presentato questa mattina in occasione del 2° B2B MARKETING FORUM.

Nello specifico, la ricerca condotta da CRIBIS D&B – la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information e nei servizi per il marketing – ha analizzato i cambiamenti in atto nelmarketing B2B in Italia, attraverso un questionario somministrato a un campione di professionisti del marketing, delle vendite e della comunicazione di imprese italiane di ogni dimensione, appartenenti a tutti i settori economici, per analizzare le tendenze in corso e identificare gli strumenti con cui le imprese stanno affrontando la sfida della crescita e della fidelizzazione della propria clientela.

L’organizzazione

Dalla ricerca di CRIBIS D&B risulta una maturazione dell’organizzazione del marketing B2B all’interno delle aziende: oltre metà degli intervistati (il 54% del totale per la precisione) risponde direttamente all’amministratore delegato anche se rimane forte il legame con l’area commerciale, a cui fa riferimento il 37% dei professionisti. In media lo staff marketing B2B delle imprese risulta composto da 4 persone. La funzione marketing viene coinvolta principalmente per attività di comunicazione e pubblicità, seguita da attività di P.R. e media relations, strategia aziendale, ricerche di mercato, sviluppo nuovi prodotti/servizi e pianificazione commerciale; in minor misura anche per attività di business planning, customer service e pianificazione finanziaria. Le previsioni sulle condizioni di mercato per i settori B2B evidenziano per i prossimi 12 mesi una sostanziale invariabilità rispetto al recente passato, indicata dalla maggioranza degli operatori (il 41%), mentre il 28% del totale prevede un peggioramento e il 22% addirittura un miglioramento.

Gli strumenti

“Tra i diversi strumenti attualmente utilizzati dal marketing B2B – osserva Fabio Lazzarini, Responsabile marketing di CRIBIS D&B – si nota un crollo della pubblicità a causa principalmente dei costi elevati e di ROI spesso contenuti, mentre emerge un chiaro successo del marketing relazionale, dell’engagement con eventi e del direct marketing (digitale e non). Per quanto riguarda internet, il sito aziendale ha un posto di primo piano, mentre ancora non c’è piena consapevolezza del web 2.0”.

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Tra le diverse voci del budget marketing, infatti, il miglior ritorno sull’investimento è garantito da convegni e workshop (31%), fiere (27%) e public relations (20%), seguiti da direct marketing tradizionale (19%), e-mail marketing (16%), pubblicità non online (13%). In coda si posizionano telemarketing, pubblicità online, search engine marketing (11%), sponsorship (7%), CRM (6%), social media (4%) e mobile marketing (1%).

Eppure, le voci del budget per cui i professionisti del marketing B2B prevedono la maggiore crescita nei prossimi 2-3 anni risultano essere i social media, il mobile marketing, la pubblicità online, il search engine marketing ed il CRM.

Il futuro del marketing B2B: lead generation, customer engagement e Web 2.0

Una conferma di questa tendenza viene dai temi e dalle competenze ritenuti più importanti per i prossimi 2-3 anni dagli operatori: tra tutti, spiccano CRM e customer analytics (per il 34% delle imprese) e reputation (33%), seguite da lead generation (23%), social media brand (22%), loyalty e awareness (20%). ROI e misurabilità finanziaria, lead generation & nurturing, social media sono invece i temi emergenti su cui gli intervistati si sentono ancora impreparati.

“Nel marketing B2B è sempre più importante riuscire a fornire all’area vendite nuovi lead su cui
sviluppare l’azione commerciale – commenta Lazzarini -. Alla luce di questo, nei prossimi anni un
ruolo fondamentale sarà sicuramente riservato alla capacità dei marketer di utilizzare le
informazioni a disposizione dell’azienda per segmentare efficacemente la clientela acquisita e
potenziale al fine di rendere meno dispersivo il processo di acquisizione e fidelizzazione del
cliente. Non stupisce, quindi, che strumenti costosi e dispersivi, come la pubblicità tradizionale,
siano percepiti come in grado di garantire un basso ritorno sugli investimenti”.
La metrica principale attraverso la quale i professionisti del marketing B2B sono tipicamente
valutati è il fatturato (60%), seguito dall’acquisizione di nuovi clienti (51%), dal ROI (30%) e
dalla fidelizzazione (28%).
La metrica ritenuta invece più importante per essere valutati risulta essere l’acquisizione di nuovi
clienti, seguita dalla fidelizzazione e, solo in minor misura, da ROI e fatturato.
“Il customer engagement è il futuro del marketing B2B, sia per quanto riguarda il web,
nell’ambito social media e mobile, sia per quanto riguarda con il CRM – osserva Fabio Lazzarini -.
L’efficacia attuale di questi strumenti è ancora poco misurabile ma il digitale è percepito in
assoluto come il canale di domani: del resto, la sfida che le imprese hanno di fronte è quella
dell’acquisizione di nuovi clienti e dell’efficienza nel processo commerciale”.
Nello specifico, la priorità per il futuro in termini di marketing digitale per 6 operatori su 10 è
costituita dal posizionamento sui motori di ricerca. Segue la lead generation (41%), l’analisi del
traffico online (36%) e la misurabilità dell’efficacia dei social media (33%).
“Per i brand, si denota un forte legame con la qualità dei servizi-prodotti offerti e del passaparola
– prosegue Lazzarini -. Da qui deriva la necessità anche per il marketing B2B di sapere cosa si
dice sul Web, dove la gente si scambia informazioni e commenti”.
Il Web
“Per quanto riguarda il Web, il sito aziendale appare ormai uno strumento consolidato e centrale
del marketing B2B delle imprese italiane – afferma Fabio Lazzarini – mentre è molto meno
‘maturo’ l’utilizzo di strumenti di social media e mobile, che appaiono ancora prevalentemente
appannaggio del target consumer”.
I social media sono utilizzati dalle imprese in ambito marketing B2B innanzitutto come canale di
comunicazione (60% del totale), poi come strumento di advertising, di monitoraggio del brand e
di recruiting. Nello specifico, oltre un’impresa su 7 non li utilizza del tutto (14%), mentre
solamente il 12% ne fa un canale di vendita e l’11% uno strumento di CRM e customer service.
I social media, infine, sono impiegati da appena il 13% delle organizzazioni come canali di lead
generation: a questi sono preferiti il sito web aziendale, gli eventi e le fiere, l’e-mail marketing, le
‘cold call’ della forza vendita, il direct mail tradizionale e le ‘cold call’ del telemarketing. Sito web
aziendale, cold call effettuate dalla forza vendita ed eventi/fiere sono anche i canali di lead
generation ritenuti più efficaci.
“Nei prossimi anni, nel marketing B2B farà la differenza chi riuscirà a usare le potenzialità del
Web 2.0 per trovare nuovi clienti, fidelizzarli e farli crescere nell’utilizzo di propri beni e servizi” –
conclude Fabio Lazzarini.

“Nel marketing B2B è sempre più importante riuscire a fornire all’area vendite nuovi lead su cuisviluppare l’azione commerciale – commenta Lazzarini -. Alla luce di questo, nei prossimi anni unruolo fondamentale sarà sicuramente riservato alla capacità dei marketer di utilizzare leinformazioni a disposizione dell’azienda per segmentare efficacemente la clientela acquisita epotenziale al fine di rendere meno dispersivo il processo di acquisizione e fidelizzazione delcliente. Non stupisce, quindi, che strumenti costosi e dispersivi, come la pubblicità tradizionale,siano percepiti come in grado di garantire un basso ritorno sugli investimenti”.La metrica principale attraverso la quale i professionisti del marketing B2B sono tipicamentevalutati è il fatturato (60%), seguito dall’acquisizione di nuovi clienti (51%), dal ROI (30%) edalla fidelizzazione (28%).La metrica ritenuta invece più importante per essere valutati risulta essere l’acquisizione di nuoviclienti, seguita dalla fidelizzazione e, solo in minor misura, da ROI e fatturato.“Il customer engagement è il futuro del marketing B2B, sia per quanto riguarda il web,nell’ambito social media e mobile, sia per quanto riguarda con il CRM – osserva Fabio Lazzarini -.

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L’efficacia attuale di questi strumenti è ancora poco misurabile ma il digitale è percepito inassoluto come il canale di domani: del resto, la sfida che le imprese hanno di fronte è quelladell’acquisizione di nuovi clienti e dell’efficienza nel processo commerciale”.Nello specifico, la priorità per il futuro in termini di marketing digitale per 6 operatori su 10 ècostituita dal posizionamento sui motori di ricerca. Segue la lead generation (41%), l’analisi deltraffico online (36%) e la misurabilità dell’efficacia dei social media (33%).“Per i brand, si denota un forte legame con la qualità dei servizi-prodotti offerti e del passaparola- prosegue Lazzarini -. Da qui deriva la necessità anche per il marketing B2B di sapere cosa sidice sul Web, dove la gente si scambia informazioni e commenti”.Il Web“Per quanto riguarda il Web, il sito aziendale appare ormai uno strumento consolidato e centraledel marketing B2B delle imprese italiane – afferma Fabio Lazzarini – mentre è molto meno’maturo’ l’utilizzo di strumenti di social media e mobile, che appaiono ancora prevalentementeappannaggio del target consumer”.I social media sono utilizzati dalle imprese in ambito marketing B2B innanzitutto come canale dicomunicazione (60% del totale), poi come strumento di advertising, di monitoraggio del brand edi recruiting.

Nello specifico, oltre un’impresa su 7 non li utilizza del tutto (14%), mentresolamente il 12% ne fa un canale di vendita e l’11% uno strumento di CRM e customer service.I social media, infine, sono impiegati da appena il 13% delle organizzazioni come canali di leadgeneration: a questi sono preferiti il sito web aziendale, gli eventi e le fiere, l’e-mail marketing, le’cold call’ della forza vendita, il direct mail tradizionale e le ‘cold call’ del telemarketing. Sito webaziendale, cold call effettuate dalla forza vendita ed eventi/fiere sono anche i canali di leadgeneration ritenuti più efficaci.“Nei prossimi anni, nel marketing B2B farà la differenza chi riuscirà a usare le potenzialità delWeb 2.0 per trovare nuovi clienti, fidelizzarli e farli crescere nell’utilizzo di propri beni e servizi” -conclude Fabio Lazzarini.