Evoluzione tecnologica uguale meno posti di lavoro

Virtualizzazione e cloud computing sono elementi che introducono nuova efficienza operativa e aumento di produttività

Circa il 70% del budget IT è assorbito da spese ordinarie per la manutenzione dell’infrastruttura esistente. Questo è quanto vanno ripetendo da tempo analisti del settore ed è una condizione spesso enfatizzata dai vendor che cercano in tutti i modi di proporre soluzioni che possano ridurre le spese di gestione e liberare risorse per investimenti in nuove applicazioni e servizi. Va da sé che la ricerca di una più proficua automatizzazione, o semplificazione, dell’ambiente di Information Technology, si traduce inevitabilmente in una riduzione di personale dedicato a supportare nel tempo le risorse informatiche. I fenomeni di razionalizzazione, o meglio ristrutturazione, cui sono oggetto molte delle società che operano nel settore ICT, se da una parte possono essere addebitati agli effetti della crisi globale, dall’altra possono essere visti come il risultato di una sempre più ampia ricerca di efficienza operativa, ovvero un miglioramento della produttività, fare di più con meno.

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Due fenomeni in particolare tendono a trasformare nel tempo la natura dei data center. Da una parte la razionalizzazione dell’ambiente più prettamente tecnologico, attraverso l’utilizzo della virtualizzazione; dall’altra l’estensione dell’erogazione dei servizi a modalità di comunicazione come il cloud computing. Quest’ultimo, di fatto, può infatti essere considerato come l’evoluzione delle forme architetturali di computing concepite fino ad adesso. Dal modello centralistico del mainframe, all’ambiente distribuito dipartimentale e, quindi, il client server, o personal computing, per arrivare infine al Web computing. Stephen Gill, vice president e managing director di HP UK, ricorda che nel giro di tre anni l’organizzazione IT della società è passata da 19 mila a10 mila lavoratori. Non che questo sia strettamente connesso al cloud computing, ma è l’effetto di una evoluzione tecnologica che permette di creare una diverso modello organizzativo. E quanto è avvenuto in HP non rappresenta un’eccezione, è un fenomeno che ha coinvolto tutte le grandi firme dell’IT. Nel 2005

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Gartner prevedeva che nel giro di 5 anni i dipartimenti IT sarebbero stati oggetti di una riduzione dimensionale di circa il 30%. Una previsione che probabilmente si è già avverata. E il consolidamento dei server, ottenibile grazie alla virtualizzazione, potrà portare ulteriori risultati di miglioramento della produttività quando quella logica verrà estesa a un proficuo utilizzo del cloud computing. Ma come si è verificato in precedenza, i vari salti paradigmatici della storia informatica e la conseguente trasformazione dei fondamenti tecnologici, se da una parte implicano un ridimensionamento complessivo nei ruoli più tradizionali delle organizzazioni IT, dall’altra crea nuove opportunità e le necessità di nuove competenze.