Google, la (futuribile) billion dollar company per il mondo enterprise

Schmidt, amministratore delegato di Big G, fiducioso nell’alternativa del cloud computing al mainstream del business aziendale targato Microsoft. E’ solo questione di tempo

Nonostante Steve Ballmer stigmatizzi Google come una società senza nessuna chance per competere con Microsoft nella dimensione delle applicazioni e servizi aziendali, Mr Schmidt continua imperterrito a perseguire l’obiettivo di una Google capace di proporsi trasversalmente al mondo consumer ed enterprise.

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Google, who is Google? Si è chiesto retoricamente Ballmer davanti alla platea di partner e rivenditori raccolti qualche settimana fa in un hotel milanese.

Esiste un modello di business, radicato sul mercato, altrettanto efficace capace di sovvertire o mettere in pericolo l’impero di Microsoft? Take it easy, Mr Ballmer, che lo vogliate o no – afferma Schmidt, al Gartner Symposium che si svolge in questi in giorni a Orlando, Florida – diventeremo presto una billion dollar company anche nella sfera aziendale.

L’ad di Google conosce perfettamente le dinamiche del mondo enterprise, se non altro per il suo background culturale, maturato all’interno di quella fucina tecnologica che è stata Sun Micrososystems negli anni novanta.

Parlare di Google significa parlare di cloud computing, risorse disponibili online che, per quanto radicate nell’immaginario collettivo, non rappresentano al momento il mainstream dell’investimento che ha luogo nella sfera professionale, quali sono i motivi per cui Google è convinta che si possa invertire questo orientamento?

Sicuramente vi sono dimensioni aziendali che mai e poi mai abbracceranno una filosofia di questo tipo, in quanto vogliono avere un controllo assoluto sulle risorse che costituiscono le fondamenta del proprio sistema informativo, dice Schimdt. E’ una questione di cultura e di abitudini difficili da scalfire.

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Ma diamo tempo al tempo. Possiamo dimostrare che il livello di disponibilità dei nostri server e servizi è mediamente superiore a quello garantito dalle stesse organizzazioni che dipendono da un proprio data center. In termini di business continutity siamo pronti a metterci in discussione. Possiamo dimostrare che Google può garantire quella continuità del business in una logica four nines (99,99% availability), che è richiesta dai clienti.

I più ritengono che le risorse office, di produttività personale, non siano comparabili con quelle di Microsoft. Certo – afferma Schmidt – non lo sono per il semplice fatto che la nostra offerta ha un costo infinetisimale rispetto a Ms Office.

Diciamo che la situazione può essere metaforicamente traslata in una dimensione di mercato delle telecomunicazioni. Microsoft è l’incumbent del mondo enterprise, Google rappresenta un operatore alternativo. E il modello che proponiamo è differente dall’incumbent, alternativo, appunto.