Roma si conferma capitale mondiale dell’ ICT

Il 25 novembre, si è chiusa la seconda edizione di BBF Expo Comm Italia, il più importante appuntamento con l’innovazione tecnologica per le nazioni dell’area del Mediterraneo, organizzato da E.J. Krause e Fiera Roma.

La manifestazione, salutata con una lettera dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha visto la partecipazione di un pubblico specializzato di oltre 4000 persone, delle Istituzioni, dell’Autorità delle Comunicazioni, del mondo imprenditoriale e di 50 delegati provenienti dall’area Emea, ed è stata inaugurata da Paolo Romani, Vice Ministro, Ministero allo Sviluppo Economico, Mauro Cutrufo, Vice Sindaco del Comune di Roma, Roberto Napoli, Commissario dell’AGCOM, Stefano Pileri, Presidente, Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, e Andrea Ambrogetti, Presidente DGTVi.

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L’evento ha preso spunto da temi di forte attualità come il digitale terrestre, la banda larga e l’HD e l’E-Government 2012, approfondendo questi argomenti con gli esperti del settore.

L’alta definizione è stato uno dei temi della seconda e conclusiva giornata di BBF Expo Comm. Da una conferenza di HD Forum Italia, intitolato, “L’Alta Definizione nel nuovo panorama tutto digitale: si può fare subito!”, è emerso che in Francia 2,4 milioni di utenti possono già accedere ai 5 canali nazionali in HD mentre in Inghilterra sono 2,3 i milioni di spettatori che vedono la televisione in HD.

Nella zona scandinava sono attivi 23 canali in HD, mentre in Spagna e Russia il nuovo sistema sta muovendo i primi passi. In Italia, oltre all’offerta sul satellite di Sky, Rai e Mediaset sono al lavoro per la trasmissione di contenuti in alta definizione sul digitale terrestre nelle aree in cui è avvenuto lo switch off.

Entro la fine del 2010, molte famiglie italiane potranno godere di questa tecnologia gratuitamente o a pagamento. Un dato significativo su quest’ultimo punto riguarda la distribuzione delle smart card che ha registrato 150.000 attivazioni, con un tasso di crescita giornaliero di 1.500 card.

Dall’HD si è passato alla banda larga, riguardo la quale il Vice Ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani, aveva anticipato nella giornata di apertura di BBF Expo Comm che gli 800 milioni per portarla a 20 Mega al 96% della popolazione entro il 2012, arriveranno in due tranche da 400 milioni l’una.

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Su questo tema, l’Agcom ha organizzato la conferenza “Infrastrutture e servizi a banda larga e ultra larga”, durante la quale sono stati presentati i risultati del programma di ricerca ISBUL (Infrastrutture e Servizi a Banda Larga e Ultra Larga) promosso dalla Direzione studi e ricerca e formazione dell’Autorità.

Secondo i primi dati di questo studio (i risultati finali saranno presentati in primavera), per realizzare una rete in banda larga che copra il 50% della popolazione l’Italia dovrà spendere tra i 10 e i 15 miliardi di euro. Questo lavoro avrà bisogno di un inventario delle infrastrutture esistenti.

Negli Stati Uniti, per questa indagine sono stati stanziati 350mln di dollari; in Italia potrebbero essere richiesti tra i 30 e i 50mln di euro. Alcune municipalità si stanno già attrezzando; ci sono esempi significativi in Emilia Romagna, a Mantova, a Milano (dove la provincia ha già costruito 1.600 km di rete), a Siena, in Sardegna e in altre località.

L’Università di Cassino ha collegato le sue 5 sedi con circa 80km di fibra e il Comune si sta organizzando per imitarne l’esempio. A Roma, invece, il Campidoglio si è attivato con gli operatori di settore per regolamentare le nuove reti.

Di investimenti nell’innovazione tecnologica si è parlato anche durante l’incontro “E-GOV 2012: riflessioni e analisi sul quadro legislativo e sul ruolo del mercato ICT” al quale hanno partecipato, tra gli altri, Antonio Cianci, Consigliere per l’innovazione del Ministro Brunetta, Nicola Mazzocca, Assessore alla Ricerca ed all’Innovazione della Regione Campania, l’on. Irene Pivetti, Presidente della onlus Learn To Be Free.

Ad oggi, il totale di fabbisogno per il piano di E-Gov è di 1.380millioni di euro, dei quali 248 già disponibili e 1.133 da finanziare. Di questi 1.133 mln, 687 andranno agli obiettivi territoriali, 310 a quelli territoriali, 99 a quelli di sistema e 37 agli obiettivi di sviluppo.

«Al momento – ha spiegato Antonio Cianci, Consigliere per l’innovazione del Ministro Brunetta – i fondi sono “congelati” per una non operatività delle casse.

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Nel 2009, dobbiamo ricordare che il PIL è sceso del 6% e che ci sono stati investimenti straordinari per l’Abruzzo e gli ammortizzatori sociali. Questi fondi sono approvati, devono solo essere sbloccati.

Il digitale terrestre, invece, è stato al centro della prima giornata di incontri. Dalle discussioni è emerso che l’Italia è all’avanguardia rispetto alle altre nazioni europee (6,2 mln di famiglie già “digitalizzate” contro le 5,1 della Spagna, le 4,8 del Regno Unito e le 100 mila della Francia) e potrebbe addirittura anticipare al 2011 la digitalizzazione televisiva dell’intero territorio, prevista inizialmente per il 2012.

A confermare questo dato è stato il Vice Ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani secondo il quale, in base alle ultime proiezioni, è possibile che la digitalizzazione dell’Italia venga anticipata al 2011.

I dati forniti da DGTVi, l’associazione per lo sviluppo della televisione digitale terrestre in Italia, indicano che la penetrazione della nuova piattaforma ha coinvolto il 51% delle famiglie italiane e che ad oggi sono stati venduti quasi 21 milioni di decoder.

La nuova tecnologia si sta facendo strada anche nei dati di ascolto: il 21,4% della popolazione (lo scorso settembre, era il 4%) usa il digitale terrestre contro il 15,4% il satellite, fino a poco tempo fa la seconda tecnologia ad essere utilizzata dopo quella analogica.

Nel Lazio, dove la fase di switch off è in corso, il 91% delle famiglie sono migrate al digitale (manca una parte del litorale di Latina) ma risulta che già dopo lo spegnimento di Rai 2 e Rete 4, la scorsa estate l’80% dei consumatori aveva abbandonato l’analogico: il picco si è avuto a settembre con 1,7 mln di decoder venduti.

Per quanto riguarda i decoder, si è discusso della questione del sistema LCN per l’ordinamento automatico delle posizioni delle emittenti televisive sul telecomando. Le televisioni locali, infatti, lamentano una situazione di scarsa visibilità rispetto ai grandi network e chiedono un trattamento migliore.

«La nostra proposta per risolvere il problema – ha spiegato Andrea Ambrogetti, Presidente DGTVi – è assegnare i canali dall’uno al nove agli ex analogici nazionali (Rai, Mediaset, La 7 e Rete A), quelli dal 10 al 19 alle principali emittenti locali (che dovranno trovare un accordo tra di loro), quelli dal 20 al 49 ai nuovi network nazionali, divisi per area tematica: bambini, generalisti, spot e informazione. Dal 50, invece, si dovrebbe tornare alle emittenti locali».

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«Rai Way, società che gestisce tutti i siti della Rai – ha aggiunto Giuseppe Braccini, responsabile Pianificazione, sviluppo e business di Rai Way – è stata protagonista del passaggio al digitale, organizzando l’intera rete nazionale.

Nell’ambito di questa rivoluzione tecnologica, l’Italia vanta un primato importante: nessuna nazione si è digitalizzata così in fretta. In occasione di BBF/Expo Comm Italia 2009, abbiamo promosso questo risultato nei paesi dell’EMEA, a cui ci siamo proposti come assistenti.

Un bilancio? abbiamo incontrato algerini, ciprioti, giordani, marocchini, egiziani e tunisini, totalizzando circa 23 contatti commerciali. Un risultato sicuramente incoraggiante».

L’importanza dei temi toccati, il coinvolgimento di Istituzioni, aziende e player dell’ICT, e la capacità di catalizzare l’attenzione del pubblico specializzato e dei media, hanno fatto di BBF Expo Comm Italia il più importante momento annuale di riflessione per il settore e di opportunità di promozione per il mondo imprenditoriale.

«Il successo di presenze e gli incontri professionali qualificati che hanno animato queste giornate in fiera – ha sottolineato Roberto Bosi, Presidente di Fiera Roma – confermano BBF Expo Comm evento italiano di riferimento per il settore e la validità della scelta di EJ Krause che ha individuato nella Fiera di Roma la sua sede ideale».

«La forte partecipazione delle Istituzioni, dei delegati Emea e delle imprese, – ha dichiarato Mary Ann Krause, Vice Chairman of the Board of Directors di E.J. Krause – ribadisce il ruolo della città eterna come punto di incontro per scambiare informazioni e idee e la sua capacità di fare da cerniera tra i Paesi del bacino del Mediterraneo e del nord Europa».