Tanti servizi per la “nuova” Fujitsu europea

Dal 1° aprile sciolta la joint venture con il socio tedesco. Rilevato il 50% di Siemens in Fujitsu Siemens Computers, che rientra all’interno del gruppo Fujitsu e ora si chiamerà Fujitsu Technology Solutions. Riorganizzazione geografica (con “promozione” del responsabile della filiale italiana) e forte integrazione con Fujitsu Services

Si è concluso di comune accordo, alla scadenza naturale di un contratto rinnovabile ogni cinque anni, il matrimonio d’affari tra il gruppo giapponese Fujitsu (www.fujitsu.com) e la tedesca Siemens (www.siemens.com) che in Europa avevano costituito, nel 1999, la società di computer e servizi informatici Fujitsu Siemens Computers. I due soci hanno deciso di non proseguire congiuntamente il cammino, ma la società resta operativa e subirà anzi un significativo rilancio in direzione dei servizi consulenziali e del cloud computing attraverso una maggiore sinergia con le attività del gruppo Fujitsu, da oggi attraverso Fujitsu Limited, unico controllante di Fujitsu Siemens, in questo comparto.

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Fino al primo di aprile di quest’anno, quando la quota paritaria del 50% detenuta da Siemens è stata ceduta, al prezzo di 450 milioni di euro, a Fujitsu Group, Fujitsu Siemens ha continuato a operare normalmente anche se un primo cambiamento significativo c’è stato fin dall’annuncio dello scioglimento della joint venture, avvenuto nel novembre scorso. Bernd Bischoff ex amministratore delegato di Fujitsu Siemens ha rassegnato le dimissioni per ragioni personali e al suo posto, in qualità di Ceo è stato nominato Kai Flore, fino a quel momento chief financial officer. 

Ora Fujitsu Technology Solutions

Data Manager ha discusso della “nuova Fujitsu Siemens”, che ora si chiama Fujitsu Technology Solutions, con Pierfilippo Roggero, responsabile della filiale italiana e coinvolto in prima persona nella riorganizzazione geografica voluta dall’azienda, che con la fine della joint venture ha creato sei nuove “cluster regions” in cui per una volta la divisione non segue necessariamente la griglia orizzontale della latitudine. Roggero diventa senior vice president per la Southern and Western Europe che comprende Italia, Francia, penisola Iberica e Benelux.

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Secondo Roggero il fatto che Siemens abbia voluto cedere la propria quota è una conseguenza attesa se si considera il diverso carattere dei due ex soci. «Fujitsu è un gruppo internazionale da 50 miliardi di dollari, concentrati sull’Information technology. Siemens un altro colosso da 70 miliardi, che con l’informatica ne fatturava forse quattro o cinque». In questo senso, anche in Europa, Fujitsu Technology Solutions potrà focalizzarsi maggiormente sui prodotti informatici e soprattutto sui servizi. «Le strutture produttive europee rimarranno e l’Europa manterrà il suo ruolo a livello internazionale per quanto riguarda i server», afferma Roggero. Le novità più interessanti, per i clienti, riguarderanno il settore dei servizi, dove verrà rafforzata l’offerta dei servizi gestiti (managed services) e il segmento infrastrutturale, in particolare con l’offerta Iaas.  

Ci sarà una forte integrazione con Fujitsu Services, società già presente in Europa, sottolinea Roggero, con un certo grado di variabilità da nazione a nazione. «Fujitsu Services è molto forte in campo applicativo, ci sono aree dove la sua presenza è più consolidata nel tempo, come nel Regno Unito, in altre, come l’Italia, dove aveva un ruolo di nicchia anche se di una certa importanza come nel settore del retail». C’è quindi una confortante complementarietà, sostiene Roggero, tra quelli che sono stati i servizi erogati dalla vecchia joint venture nippo-tedesca e quella che veniva dalla offerta globale dei servizi Fujitsu.

«L’essenziale dell’apparato produttivo ex Fujitsu Siemens Computers resterà – prosegue il manager -, ma evidentemente sono da aspettarsi riconfigurazioni e riformulazioni legate ai nuovi indirizzi che il neo Ceo Kai Flore intenderà imprimere alle attività infrastrutturali e dei servizi gestiti. Si sa già che Flore intende riposizionare l’azienda in tre aree, quella delle soluzioni tecnologiche e dei relativi servizi, quella della service operation in un contesto multinazionale e infine la gestione degli account, che vengono appunto riorganizzati in sei nuove aree geografiche». Come già riferito, a Roggero spetta la responsabilità del mercato italiano estesa, evidentemente in riconoscimento dei buoni risultati ottenuti in patria, anche ai Paesi della nuova area “sud ovest”, «una fascia che esclude la Germania e partendo dall’Olanda arriva qui e in Spagna». Le altre aree coprono la Germania individualmente, il Regno Unito e la Scandinavia a nord, le nazioni del nord-est europeo e della Russia, il sud-est di Svizzera, Austria e Ungheria e infine il Mediterraneo orientale e dell’Africa, che si estenderà fino all’India. 

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La specificità europea

Che cosa sarà invece della specificità europea propria di Fujitsu Siemens Computers? L’integrazione in seno a un gruppo multinazionale, ma dal top management nipponico, avrà delle conseguenze particolari? Dalle parole di Pierfilippo Roggero emerge un quadro che, almeno nelle intenzioni iniziali, è quello di una azienda ancora orgogliosa della propria capacità di operare in un continente così disomogeneo sul piano culturale. «Abbiamo comunque la necessità di indirizzarci al mercato in modo diverso, con sempre maggiore attenzione ai segmenti professionali, muovendoci verso i servizi gestiti e rispondendo a richieste nuove, come il cloud computing. Il modello organizzativo deve essere facile, per i clienti e i partner al tempo stesso. Fujitsu Technology Solutions punterà sulla creazione di centri di competenza, di hub». Uno dei modi per preservare la diversità, insomma, è dare spazio, nelle varie sedi che il gruppo Fujitsu ha in Europa dopo lo scioglimento della joint venture, alle applicazioni, alle aree di intervento che le filiali hanno saputo sviluppare meglio nel corso del decennio trascorso sotto l’insegna Fujitsu Siemens Computers. «In Italia una di queste aree è per esempio quella dell’archiviazione documentale, intesa in senso molto ampio dalle tecnologie di storage al servizio gestito. E’ una delle direzioni che stiamo valutando anche alla luce del peso crescente delle attività svolte nei confronti della Pubblica amministrazione». 

Continuità e riadeguamento

All’interno di un gruppo così esteso geograficamente e con una presenza così capillare, sottolinea ancora Roggero, non è più possibile pensare a una gestione basata sulla ridondanza delle competenze. Fujitsu Technology Solutions non può in altre parole investire in Italia per avere una sede del tutto equivalente, sul piano funzionale e dei servizi offerti, a tutte le altre filiali. Ogni geografia locale ha le sue specificità sul piano della domanda e l’offerta si deve adeguare a tali specificità. Ne deriverà probabilmente una struttura complessivamente più flessibile, in cui ciascuna filiale avrà un proprio portafoglio di competenze di successo che verranno condivise all’interno del gruppo sulla base delle singole esigenze. Pur in tale contesto, non sarà un lavoro facile integrare due strutture (la ex Fujitsu Siemens Computers e la Fujitsu Services) che hanno operato in modo separato per tanti anni. Fujitsu Technology Solutions inizia il suo nuovo percorso come una realtà da oltre 6 miliardi di euro di fatturato annuo e circa 10mila dipendenti. Il braccio europeo di Fujitsu Services, la cui sede centrale è Londra, fattura oltre 3 miliardi e vanta un organico superiore alle 20mila unità in 20 nazioni, tra cui il Portogallo dove è stato allestito uno dei tre service desk internazionali. Come già sottolineato, l’azienda ha un forte connotato applicativo, tipico delle società di servizio che partecipano direttamente a progetti di implementazione. «Evidentemente – conclude Roggero -, Fujitsu Services sarà per noi un partner molto importante, ma non sarà l’unico: proseguirà infatti la tradizione di collaborazione con altre grandi entità del settore, in particolare con Accenture, Capgemini, Atos Origin, a complemento della nostra offerta di servizi gestiti».

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In buona sostanza, una svolta di percorso improntata alla continuità senza escludere un intelligente riadeguamento alle esigenze interne del gruppo Fujitsu. Anche in termini di cooperazione con la realtà delle società di partnership indiretta, precisa infine Roggero, le attività proseguiranno come in passato. «Insieme raggiungeremo le medie imprese italiane, non ci saranno discontinuità, anzi andremo a sviluppare ulteriormente l’offerta nell’ambito dei managed services, del managed office e server». Proprio in questo senso verranno rafforzati i rapporti con i partner più orientati all’erogazione di servizi.