Microsoft: cloud & PMI

Come rivela una ricerca, il cloud paga e paga bene, non solo i clienti, ma anche, e forse soprattutto, i partner. E Microsoft li chiama a raccolta, forte di uno studio dai risultati inequivocabili, per raggiungere la PMI con un’offerta dove la nuvola diventa quanto mai concreta e tangibile in termini di opportunità di business

Microsoft ha sempre creduto nel cloud, in tutte le sue forme e i suoi aspetti. Ci ha creduto sia a livello cloud privato che di cloud pubblico, fino a presentarci il modello di cloud ibrido, dove i due primi modelli riescono a collaborare in modo dinamico per soddisfare le esigenze di aziende di ogni tipo e dimensione. Ma è arrivato il momento di tirare le somme. Il cloud paga veramente e chi? Dopo tanti sforzi, tanto lavoro da chi ci ha creduto fin dall’inizio e di chi è intervenuto strada facendo, è possibile trarre delle conclusioni?

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A darci un quadro dello stato dell’arte e degli obiettivi della divisione, che peraltro concordano perfettamente con quelli dell’azienda in generale, è Vincenzo Esposito, Direttore della Divisione dedicata alle PMI e ai Partner da giugno 2013, che approda in Microsoft dopo aver trascorso 11 anni in Dell alla guida di importanti aree di business in Italia e in Europa ricoprendo posizioni quali EMEA End-User-Computing Director, EMEA Strategic Alliances Director, Sales Director Small & Medium Business South Europe e Country Manager di Dell Italy. A lui è stata affidata la responsabilità di sviluppare piani efficaci per accompagnare le PMI in un percorso di crescita che faccia leva sulle potenzialità dei nuovi trend tecnologici e guida inoltre la definizione delle strategie di formazione e business rivolte al canale.

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La scelta strategica adottata nasce da un’interessantissima ricerca commissionata da Microsoft a Ipsos Mori e che ha coinvolto 22 mercati d’Europa che è stata condotta tra Febbraio e Marzo 2013, intervistando i dipendenti a tempo pieno di piccole aziende con meno di 25 dipendenti.

Quello che emerge chiaramente è che il cloud sta progressivamente registrando un numero sempre più elevato di seguaci in questo settore. Dalla ricerca si evince infatti che nei prossimi 12 mesi il 29% delle piccole aziende dedicherà più budget IT al cloud. Le più propense a investire sono principalmente le aziende dotate di almeno un addetto IT (il 42%, contro il 20% di quelle prive di funzione IT) e più giovani (il 37% di quelle con meno di 6 anni, contro il 28% di quelle con più di 6 anni).

Ma come approcciare le aziende, con quali strumenti? “Quelli che consideriamo i nostri cavalli di battaglia sono principalmente Office 365, da una parte, e Azure dall’altra” ha affermato Vincenzo Esposito.

Ma il fatto che la PMI italiana, sia pure con un pessimismo purtroppo significativamente maggiore di quello della media europea, si stia rendendo conto che la strada verso il cloud è un must, rappresenta un vantaggio anche per il canale. A questo proposito Maria Eleonora Rocco, Partner Sales Lead di Microsoft Italia, ci ricorda che una ricerca IDC, ha dimostrato che i partner che “adottano” il cloud hanno misurato un tasso di crescita 2,4 volte superiore a coloro che non lo hanno fatto. Non solo, anche la loro profittabilità risulta sensibilmente maggiore.

Interviene infine Luca Venturelli, Partner Strategy Lead di Microsoft Italia, che sottolinea che per andare incontro al cliente è necessario saper individuare le sue esigenze ed essere in grado di realizzare le soluzioni in sicurezza. Per questa ragione è importante continuare nel processo di sensibilizzazione e aggiornamento dei partner, forti di dati concreti alla mano e di molte storie interessanti che vedono coinvolti clienti e partner. Ha inoltre sottolineato il fatto che il cloud allo stato attuale non rappresenta più una competenza a se stante, ma che di fatto è diventato trasversale. Ha infine osservato come la percezione delle aziende nei confronti di Microsoft come partner privilegiato per la realizzazione di progetti basati sul cloud sia significativamente cresciuta, non solo riassegnandole il primo posto, già detenuto l’anno precedente, ma allungando la distanza dal primo inseguitore.

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In massima sintesi, quindi, se fino a non molto tempo fa il cloud era una scommessa, oggi è diventato una certezza.