Microsoft si difende: Bing non copia, ma impara

Dopo le accuse di “plagio” avanzate da Google sulla presunta copia dei risultati di ricerca di Bing, ecco arrivare le repliche di Microsoft

Il primo a rispondere alle accuse e a giustificare l’accaduto è stato Harry Shum del Bing Team che ha affermato: “Il team di Bing sta lavorando duramente per offrire sempre la massima qualità nella ricerca. Usiamo oltre 1000 differenti variabili e funzioni nel nostro algoritmo di ranking. Una piccola parte di questi deriva dai click forniti dai nostri utenti, coloro che hanno aderito alla condivisione anonima dei dati della loro navigazione, in modo da migliorare l’esperienza di tutti”.

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A detta di Shum, quindi, Bing non copierebbe i risultati di Google, bensì carpirebbe i dati necessari dai comportamenti degli utenti e dalle loro azioni online: Bing quindi sarebbe un motore di ricerca intelligente, non “copione”, in quanto impara dai dati che alcuni utenti anonimi hanno deciso di condividere.

Un’ulteriore risposta all’accusa di plagio arriva da un altro manager di Microsoft, Yusuf Mehdi, Vice President Senior della Divisione Microsoft Online Services, il quale contrattacca dichiarando: “Non copiamo i risultati dei nostri concorrenti. Abbiamo alcune delle migliori menti del mondo del lavoro nel settore delle search e accusare uno di questi uomini di tale attività è offensivo”.

L’azienda di Redmond, infine, attraverso il suo portavoce Adam Sohn, intervenuto sulla vicenda, non nega che per alcuni termini di ricerca Bing abbia prodotto gli stessi risultati di Google, ma si tratterebbe solo del 10% dei casi. “Se Bing copiasse, il risultato sarebbe 100 su 100”, è stata la sua replica.

Le due parti continuano quindi a sostenere le proprie posizioni e di certo la risposta di Microsoft aprirà la strada a molte nuove domande.

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Bing è quindi “copione” o intelligente?

Non ci resta che rimanere in attesa dei prossimi sviluppi.