Mr. Kan-Heui-Cha (LG Electronics) presenta il “T-Sign”

Si chiama “T-Sign” e non è un nuovo prodotto o una tecnologia del futuro ma una nuova parola, coniata da Mr. Kan-Heui-Cha – vicepresidente del Design Lab di LG Electronics, pluripremiato designer e ideatore del primo televisore OLED curvo del mondo – che sintetizza l’innovativa filosofia di approccio al design da parte dell’azienda coreana.

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“In passato la tecnologia è sempre stata abbinata al design; il design di prodotto, quindi, stabiliva il trend del momento. Negli anni abbiamo assistito a diversi cambiamenti, sempre seguendo l’idea della perfezione. Siamo arrivati così a un design molto sempli-ficato, quello comunemente definito minimalista”, dichiara Mr. Cha. “Oggi aggiun-giamo una componente emozionale, per migliorare la user experience. Coniugando Tecnologia e design ci pregiamo di coniare una nuova parola, che sintetizza una filosofia: il “T-SIGN”. Possiamo quindi affermare che un bravo designer dovrebbe essere un “T-signer”.

Mr Cha – cinque volte premiato con il Red dot design Award, uno dei più autorevoli ri-conoscimenti di design a livello mondiale e in visita a Milano in occasione del Fuori Sa-lone – rivendica la creatività dei coreani, dai cellulari ai TV e racconta com’è nata in LG la televisione del futuro.

“Andando indietro nella storia del televisore, partendo da quello a tubo catodico, pochi di noi ricordano una forma circolare; l’evoluzione ci ha portato ad una forma squadrata”, afferma Mr. Cha. “La scelta di curvare il pannello nasce dalla nostra sensibilità verso il fattore umano: i nostri bulbi oculari sono arrotondati; dando una forma arrotondata an-che agli schermi sarà più facile avere una visuale ottimale (angolo ad angolo), e quindi un’esperienza visiva migliore. È questo il fattore chiave”.

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Da un punto di vista tecnologico, la difficoltà dell’Oled non è legata principalmente al design: gli OLED hanno alle spalle un approfondito studio del prodotto. Un ostacolo da affrontare ha riguardato l’illuminazione: questi pannelli, infatti, non sono retroilluminati – non vengono cioè illuminati da una fonte di luce esterna – ma si illuminano autono-mamente.

“È stata davvero una sfida, una tecnologia molto difficile da sviluppare”, conclude Mr. Cha. “E siamo fieri di poter dire di essere un passo avanti ai nostri concorrenti che lavo-rano ancora sui prototipi. I nostri schermi esistono già e hanno uno spessore di 4 mm. Più sottili di un cellulare. E arriveranno sul mercato prima di quanto ci si aspetti”.