Secondo le stime dell’Università della California di Los Angeles, tutto il circolo polare artico diverrà navigabile entro il 2060. Il fenomeno aprirà nuove strade per il commercio marittimo ma allo stesso tempo avrà ripercussioni su clima e fauna

Entro il 2060 anche la navi “normali” e non solo le rompighiaccio potranno navigare nel circolo polare artico. A riferirlo è l’Università della California di Los Angeles che sottolinea come l’innalzamento delle temperature possa sciogliere i ghiacci fino a rendere possibili nuove rotte commerciali.  

Nuove rotte vuol dire perdere un patrimonio naturale

Le stime dell’ateneo statunitense sono molto più ottimistiche di quelle dell’Esa, che ha calcolato che il Polo Nord sparirà entro il 2020, ma questo non significa che l’effetto del surriscaldamento globale non sia ugualmente devastante. Lo scioglimento dei giacchi porterà a nuove rotte commerciali e al possibile sfruttamento dei giacimenti petroliferi e di gas naturale nascosti sotto la superficie polare, ma allo stesso tempo influenzerà negativamente la fauna locale e porterà a un innalzamento dei mari.

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