Alcuni ricercatori statunitensi ritengono che la densità del magma contenuto nel cuore di un vulcano è l’indicatore principale per prevedere un’eruzione

Le eruzioni vulcaniche, così come i terremoti, sono eventi che difficilmente sono prevedibili. I ricercatori dell’Università della California e dell’Oregon ritengono di aver individuato un indicatore che potrebbe risolvere il problema. Secondo gli esperti, le masse di magma allo stato liquido ad altissime temperature sono uno dei segnali più accurati per prevedere una prossima eruzione.

Questione di temperatura

I ricercatori hanno analizzato i sedimenti prodotti dalle ultime due eruzioni del Monte Hood, avvenute circa 220 e 1.500 anni fa. Dalle analisi è emerso che per la maggior parte del tempo, il magma contenuto nella parte più interna del vulcano ha una densità molto elevata. L’afflusso di nuovo materiale può innalzare le temperature fino a liquefare il contenuto della camera magmatica e provocare così un’eruzione. Questo evento ha una durata di appena due mesi su decine di migliaia di anni ma è ritenuto il segnale praticamente inequivocabile che il pericolo eruzione è elevato.

Analisi di questo tipo sul Vesuvio, ritenuto dallo scienziato Nakada Setsuya come uno dei vulcani più a rischio eruzione, potrebbero evitare una catastrofe.

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