Quali sono i problemi relativi alla gestione informatica di un Ente come la Regione Veneto? Ne abbiamo parlato con Gianluigi Cogo – Responsabile Ufficio progettazione e gestione architetture Internet e Intranet della Regione Veneto.

Quali sono i problemi relativi alla gestione informatica di un Ente come la Regione Veneto? Ne abbiamo parlato con Gianluigi Cogo – Responsabile Ufficio progettazione e gestione architetture Internet e Intranet della Regione Veneto.

Il successo di una piattaforma può essere visto come “valore” se anche la produzione di contenuti (formali e informali) l’aggregazione delle persone (community) i contenuti erogati (corsi a sostegno dei progetti di eGov) e, soprattutto il concetto di interoperabilità e riuso con le altre regioni (scambio di Learning Object fra piattaforme) porta a delle economie di scala incredibili.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il Veneto è una della maggiori Regioni italiane per numero di abitanti e capacità economica e produttiva. L’amministrazione regionale utilizza il 13% del Pil per personale e acquisto di beni e servizi e conta 4,8 addetti per 100 abitanti. La Giunta Regionale si compone di 3.500 dipendenti e 11 Segreterie regionali, l’Avvocatura Regionale e il Gabinetto del Presidente della Regione, per un totale di circa 70 Direzioni Regionali. Le sedi territoriali operative in Veneto sono invece 70. Quali sono i problemi relativi alla gestione informatica di un Ente come la Regione Veneto? Ne abbiamo parlato con  Gianluigi Cogo – Responsabile Ufficio progettazione e gestione architetture Internet e Intranet della Regione Veneto.

Qual è  la struttura informatica della  Regione Veneto? 

La Direzione Sistema Informatico diretta dal Dott. Bruno Salomoni gestisce lo sviluppo, i sistemi, la rete e l’utenza interna, ad essa risponde  l’Unità complessa di eGovernment che avvalendosi della stessa infrastruttura informatica (Data Center, rete e personale sistemistico) si occupa dei rapporti e dei progetti attivi sul territorio. Il supporto all’esercizio e allo sviluppo è gestito mediante il ricorso all’outsourcing, quindi la parte proattiva (governance strategica) è gestita dalla struttura regionale, la parte reattiva (sviluppo e operations) è gestita dal fornitore esterno. In questi mesi stiamo mutando ancora pelle, nel senso che siamo quasi in chiusura della gara che affiderà al vincitore anche altri asset che, negli ultimi anni, son diventati difficili da gestire. Mi riferisco ad esempio alla sicurezza informatica o alla progettazione dei sistemi.  A partire  dal 2009 abbiamo l’obiettivo di occuparci esclusivamente di governance strategica provando ad essere più puntuali e meno latenti nell’assicurare un escalation dei sistemi informativi interni ma anche nel percepire quali siano i migliori progetti di eGov da sostenere nel territorio. La Regione è un Ente di programmazione e non dovrebbe mai condurre operativamente azioni finali sul territorio, mentre invece le deve sostenere da un punto di vista infrastrutturale e di progetto, cercando di catturare e convogliare i budget europei e nazionali disponibili per queste azioni. 

Quali sono i problemi e le peculiarità di un azienda della PA?

 Uno dei nostri problemi  è la gestione delle spinte esterne che richiedono alla struttura informatica di scalare continuamente i propri sistemi; ciò vuol dire maggior potenza di calcolo, maggior spazio per lo storage, maggior banda per la rete, ecc. Ciò accade perché i progetti partono da diverse strutture dell’Ente immaginando che la disponibilità informatica sia infinita ma, ovviamente, non è così, pertanto la gestione dell’escalation è molto onerosa.  Un altro problema è legato alla percezione che ha il territorio, infatti la Regione viene vista a ragione  come l’istituzione più adatta per gestire progetti ICT importanti ma, molto spesso le idee e le visioni non sono sostenibili economicamente. Anche per questo la nuova filosofia che ci ha portato a demandare al fornitore la gestione dell’”in house” ci permetterà di occuparci maggiormente di Project management e di fund raising. 

Quanto conta la distribuzione capillare sul territorio?

Indubbiamente moltissimo, infatti la nostra mission nonchè il nostro fiore all’occhiello è gestire, implementare, securizzare e scalare la rete regionale sia LAN che WAN. Abbiamo costruito una rete solida con punti di accesso in ogni nodo provinciale ma anche con connessioni dirette con le ASL, i Comuni, la Protezione Civile, gli Enti territoriali, ecc. è la base sulla quale i servizi possono transitare ed essere fruiti.  

Quali sono le motivazioni che hanno portato all’adozione dell’Open Source?

 La questione deve essere analizzata da diverse prospettive, da un punto di vista tecnico è indubbio che costruire degli stack basati su oggetti open è abbastanza semplice, infatti, gran parte dei nostri modelli internet è costruita sui tre livelli classici: Apache per la presentazione, Application PHP o JAVA per la gestione delle web application, MySql per il back-end.  Il tutto gira su sistemi operativi RedHat  in quanto preferiamo pagare il canone di assistenza pur di avere garanzia del servizio. La parte di infrastruttura e dorsale SOA è costruita su standard Open, come ad esempio il monitoraggio degli apparati di rete che viene fatto con Cacti. Sui portali realizzati per il territorio invece  abbiamo sviluppato due strategie; una basata sullo stack  PHP con applicazioni molto utilizzati dalle comunità open (Joomla, Moodle, Drupal. WordPress) , un’altra basata sul frame work OpenCMS. Per quanto  riguarda l’utilizzo dei sistemi open sui desktop dell’Ente la  Regione Veneto è Microsoft oriented, questo perché, da sempre, analizzando il TCO è dimostrato che la gestione, la manutenzione, l’assistenza e la formazione su sistemi operativi e su applicativi di Office Automation è meno onerosa nonostante lo scotto del licensing.Infatti, va sottolineato che diversamente dal mondo universitario, associazionistico piuttosto che della piccola e media impresa, dove l’onere di apprendere, capire, gestire e scalare il mondo open è un costo già assunto e previsto dal modello di business, per una grande organizzazione come Regione Veneto dove la cultura digitale dei dipendenti è ancora scarsa (specialmente per gli immigrati digitali, non tanto per i nativi) il costo nascosto dell’assistenza, della formazione e dell’educazione all’open è altissimo. Inoltre la nostra Intranet citata come caso di successo http://www.nonsolofannulloni.forumpa.it/100-storie/casi-selezionati/?id=304 offre molti  applicativi freeware ,sempre aggiornati, per la produttività individuale e di gruppo (SevenZip, Pdfcreator, Gimp, Cdburner, Picasa, Vlc player, Spamihilator e moltri altri). Vi è una gestione completa,  il Call Center riceve chiamata, un operatore installa (i dipendenti non possono installare programmi), l’Ufficio utenti gestisce le assistenze, sul wiki della Intranet vengono tradotti i manuali dall’inglese all’italiano ecc. Tutto questo ha un costo che spesso viene ignorato dai talebani dell’Open Source,in un Ente come il nostro l’open non può prescindere dalla puntuale assistenza a 360 gradi. Per questo non siamo ancora pronti per passare, ad esempio, a Open Office che, comunque distribuiamo ma, per ora, lasciamo alla discrezione degli utenti più evoluti perché, se lo dovessimo gestire, dovremmo mettere in piedi tutto un sistema di assistenza dedicato, in primis al change management, e poi alla formazione dei dipendenti.  

Quali i progetti realizzati e con quali risultati?

I progetti full open sono tantissimi, ma mi piace sottolinearne uno che sta producendo ottimi risultati, da anni utilizziamo una piattaforma molto conosciuta per gestire la formazione on-Line: Moodle. Il successo di una piattaforma può essere visto come “valore” se anche la produzione di contenuti (formali e informali) l’aggregazione delle persone (community) i contenuti erogati (corsi a sostegno dei progetti di eGov) e, soprattutto il concetto di interoperabilità e riuso con le altre regioni (scambio di Learning Object fra piattaforme) porta a delle economie di scala incredibili. Qui siamo davvero all’eccellenza. Utilizziamo inoltre anche la pacchettizzazione dei contenuti scorm con Reload e l’aggregazione dei contenuti esterni con mashup sui social media. E’ davvero tutto a costo zero (tranne, ovviamente, l’impegno e la passione delle persone).