PC30 partner ideale per il telelavoro

La società leader nell’assistenza digitale partecipa al convegno sul Telelavoro promosso da Assolombarda e con il patrocinio di Confindustria.

Secondo Mannheimer il 54% dei potenziali lavoratori in remoto temono di non sapersi gestire i problemi legati ai pc. PC30 offre la soluzione. Milano 29 giugno 2011 – In Italia solo il 4% circa della forza lavoro è occupata nel telelavoro (800mila persone): una delle percentuali più basse d’Europa, ma la realtà sta cambiando gli interlocutori più attenti stanno già costruendo un nuovo modello operativo. Di lavoro, banda larga e futuro s’è discusso al convegno “Telelavoro – per una società moderna e sostenibile”, tenutosi lo scorso 27 giugno e promosso dal Gruppo terziario innovativo di Assolombarda.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

In occasione del convegno Regione Lombardia, Confindustria Lombardia e le imprese dell’Information, Communication & Media Technology rappresentate in ANITEC hanno siglato un innovativo protocollo d’intesa volto alla promozione di politiche e iniziative dirette allo sviluppo del telelavoro. Il Protocollo si configura come un’esperienza “pilota” e intende fungere da volano per lo sviluppo del telelavoro e di conseguenza per la promozione della definitiva implementazione della connessione a larga e larghissima banda, che del telelavoro costituiscono due condizioni necessarie e imprescindibili.

Durante il convegno Renato Mannheimer ha presentato i dati di una ricerca condotta ’Istituto ISPO su un campione rappresentativo di circa 800 individui, relativa al telelavoro e alla diffusione delle tecnologie e degli strumenti utili alla sua implementazione.

In un quadro generale di grande apprezzamento per la banda larga, anche il telelavoro è risultato nella maggior parte dei casi uno scenario possibile e auspicabile. Il 41% degli occupati intervistati dichiara infatti che diverse attività della propria professione potrebbero essere svolte “tranquillamente da casa o da altro luogo, poiché non richiedono la presenza fisica in ufficio”. La quota è più elevata tra giovani, donne e classe impiegatizia.

Leggi anche:  Il Gruppo E acquisisce il 26% delle quote di Memori

Diversi i benefici attribuiti al telelavoro (anche flessibile), innanzitutto in termini di immagine dell’azienda. Il 70% degli occupati dichiara che “le aziende che aiutano i propri lavoratori permettendo all’occorrenza di lavorare da casa sono all’avanguardia” e il 62% ritiene che se la propria azienda “permettesse di lavorare da casa almeno ogni tanto” lo reputerebbe un gesto di grande attenzione e fiducia nei propri confronti.

Benefici anche in termini di produttività, ma con probabili ripercussioni rispetto alle possibilità di carriera. Il 59% dei lavoratori (l’84% di chi ritiene le proprie mansioni gestibili a distanza) pensa che talvolta staccarsi dal proprio ufficio possa avere conseguenza positive anche in termini di efficienza, favorendo la concentrazione e permettendo di evitare tensioni inutili. Anche se c’è chi crede che la distanza possa tradursi in un deficit di visibilità che può nuocere alla carriera (40%) e al senso di appartenenza all’azienda (36%).

Molto condivisi invece, da chi prefigura il telelavoro come possibile per la propria attività, i benefici per i lavoratori stessi. “Telelavorando” si potrebbero risparmiare cifre significative di denaro abitualmente utilizzati per il trasporto verso il lavoro e soprattutto la qualità della vita potrebbe migliorare molto anche i grazie agli effetti sulla riduzione dell’inquinamento.

“Data la sua struttura operativa PC30 si colloca naturalmente nell’ambito del lavoro a distanza dato che molte delle persone che lavorano per questa organizzazione, in realtà operano sul territorio (assistenza) oppure in maniera remota (call center) – ha spiegato Giulio Canale, Presidente del Consiglio di Amministrazione di PC30 Italia – . La gestione delle attività on-site avviene tramite un’avanzata rete informatica, grazie a un CRM propietaro evoluto. Il forum tecnico al quale tutti gli specialisti hanno accesso è inoltre anche uno dei centri di aggregazione e rappresenta un ‘nodo digitale’ fondamentale per lo scambio di esperienze e opinioni anche tra persone che si trovano in luoghi fisici molto distanti tra loro”.

Leggi anche:  Denodo e Miriade insieme per supportare l’innovazione data driven in Italia

Secondo l’indagine, i benefici della banda larga, prerequisito fondamentale per il telelavoro, sono ampiamente apprezzati dagli internauti, nonostante il 20% della popolazione di riferimento lamenti l’assenza nel proprio territorio di residenza di una rete fissa per la navigazione veloce (adsl, fibra ottica), dovendo spesso ricorrere al wi-fi o alla navigazione in mobilità. Più di tre intervistati su quattro dichiarano quindi di avere accesso alla banda larga da casa e/o dal lavoro. Tra questi utenti, internet viene utilizzato in prevalenza per cercare informazioni online (90%), gestire le relazioni personali (79%), per avere accesso all’intrattenimento (63%). Il 38% accede all’home banking, gestisce pratiche burocratiche (40%) e effettua acquisti tramite e-commerce (54%).

Nonostante gli ottimi giudizi circa la banda larga, rimangono però forti dubbi sulla facilità di gestione. Il 54% degli intervistati pensa infatti che sia difficile gestirsi da soli un computer collegato in rete e far fronte a tutti i problemi creati da virus, collegamento alla rete, impostazioni del computer, ecc.

“A questi utenti, sia privati, sia aziendali – ha commentato Ruggero Fortis, direttore generale di PC 30 Italia – la nostra società è in grado di fornire la soluzione ideale. PC 30 può anche essere il partner ideale per le aziende che vogliono implementare il telelavoro, garantendo comunque ai loro dipendenti il servizio di assistenza necessario affinché possano operare in tutta tranquillità”.