Il testimone (via Twitter) dell’uccisione di Bin Laden

Ore 11.35 pm del primo maggio 2011, il presidente Obama parla alla nazione: Osama Bin Laden è stato ucciso, giustizia è fatta.

Il corpo di Bin Laden sarebbe stato sepolto in mare. Manca però la prova delle prove. Al momento non ne sono state fornite. La foto che ritrae il volto sfigurato di OBL, fatta circolare inizialmente da une rete televisiva satellitare pachistana è risultata un falso.

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A distanza di poche ore dall’operazione condotta dagli americani nella località di Abbottabad, a circa 50 di chilometri dalla capitale del Pakistan, Islamabad, la notizia è apparsa su tutti i siti web di informazione ed è stata trattata come un evento globale, così come accaduto solo due giorni prima con il matrimonio dei reali in Inghilterra, occasione che ha messo alla prova la capacità del web di raccontare le notizie mettendo in gioco le potenzialità della convergenza tecnologica offerta da Internet: video, foto, mappe, racconti, il tutto scandito da aggiornamenti in tempo reale.

Senza saperlo il testimone scomodo di quanto è avvenuto è stato Sohalb Athar, consulente informatico che verso le due di notte, ora locale pachistana, ha pubblicato un messaggio su twitter informando che un elicottero stava sorvolando la zona. Evento, del tutto strano, commentava Athar. Seguiva nuovo messaggio in cui testimoniava di esplosioni.

Soahalb Athar, si è rivelato il testimone inconsapevole della presunta uccisione di Bin Laden. La sua testimonianza è stata preziosa per riuscire a comprendere le dinamiche dell’operazione poiché è stata l’unica arrivata da fonti indipendenti.

 

Mr. Athar è stato investito da un diluvio di richieste di interviste, migliaia di email che hanno messo a dura prova la tenuta della sua casella di posta elettronica. L’ultimo messaggio lasciato su Twitter nel corso della giornata è stato “need to sleep”. Dopo essersi accorto che i suoi messaggi si riferivano alla missione compiuta dagli americani e le successive frenetiche ore vissute in esposizione mediatica Athar si è ritirato per recuperare le energie e riflettere sulla incredibile capacità di Twitter di tradurre la casualità in fatti di importanza internazionale.

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Non c’è molta gente che usa Twitter qui, la maggior parte è su Facebook, ha detto Athar. Uso twitter da 5 anni per parlare di ciò che succede in Abbottabad. Nulla di importante, piccola cronaca locale. Cronaca locale che è oggi diventata cronaca internazionale. Poche ore dopo l’incursione della task force americana Dan Pfeiffer, responsabile della comunicazione della Casa Bianca, inviava su Twitter il seguente messaggio “POTUS to address the nation tonight at 10.30 PM Easter Time”.

Quale fosse il messaggio del presidente nessuno lo poteva dire con certezza, ma il sospetto che l’oggetto della discussione fosse Bin Laden era già iniziato a circolare. E prima ancora che Obama apparisse a reti unificate, la notizia era già su Facebook.