IPv6 e Mobile Internet. Cisco risponde alle nuove sfide della rete

Inizia la grande migrazione. Oggi, Launch Day dell’IPv6, il protocollo Internet che nel tempo sostituirà l’IPv4, si mettono le basi per la rete del futuro. Registrato il tutto esaurito, 4 miliardi di indirizzi gestiti, si passa a una dimensione in cui potranno essere ospitati un numero pressoché infinito di indirizzi, nell’ordine di triliardi di triliardi di triliardi. Il problema maggiore sarà dato dall’incompatibilità tra i due protocolli, ma per qualche anno ancora i due protocolli verranno gestiti in parallelo. 

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La comunicazione efficiente sarà possibile soltanto quando tutti potranno comunicare attraverso uno stesso protocollo e avere un indirizzo aggiornato. Un problema che implica una riconversione epocale della tecnologia di rete poiché per potere continuare a garantire a tutti un accesso alla rete si dovrà procedere all’ammodernamento delle infrastrutture. Un esempio per tutti è Cisco. L’azienda parla di passaggio storico e ha da tempo avviato la riconversione di tutti gli apparati all’interno della propria infrastruttura di rete e di quelle dei suoi più importanti clienti. Lo stesso sito di Cisco è da oggi disponibile con un indirizzo Ipv6.

In questi giorni l’attenzione del gigante del network si è anche rivolta alla dimensione mobile. Secondo Cisco, infatti, le reti wireless devono evolvere per essere più aderenti al crescente utilizzo delle nuove tecnologie smartphone e tablet e, in generale, all’utilizzo più intensivo ed estensivo di applicazioni mobile. Una tendenza che, in termini di proliferazione di indirizzi Internet, rende in prospettiva sempre più necessaria la conversione all’IPv6.

In risposta alla sfida di un ammodernamento dell’infrastruttura wireless, Cisco ha introdotto un “nuova mobile core technology” , l’ASR 5500 , che potrà consentire agli operatori di reti mobili di rendere coerenti le infrastrutture con il cambiamento della logica del mercato. Una tecnologia per una nuova generazione mobile, definita da Cisco come Elastic Generation, in grado di assecondare la progressiva eterogeneità di accessi – WiFi, 3G, 4G,  LTE – così come la molteplicità di applicazioni utilizzate, dalla posta elettronica, ai social media , ai contenuti video.

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“La rete che supporta le modalità di utilizzo degli utenti è radicalmente mutata, afferma Mural Nemani, Cisco director of service provider mobility. Se nel passato era sostanzialmente una infrastruttura dedicata al trasposto di traffico voce- ms, oggi deve trovare le soluzioni più corrette per sostenere un traffico dati esplosivo, generato in particolare dalla diffusione massiva di smartphone, una tipologia di dispositivo che negli Stati Uniti ha ormai raggiunto una penetrazione del 50%”.

Un’infrastruttura che abbia la capacità di essere sufficientemente “elastica”  da rendere sostenibile la  nuova generazione mobile internet. Libertà di utilizzo di dispositivi, libertà  di utilizzo di applicazioni, capacità di sostenere picchi domanda nelle ore più critiche e capacità di assecondare le istanze che vengono innescate dalle applicazioni.

Cambia drammaticamente il tipo di traffico e l’interazione tra tra componenti “client” e “server”. La rete e la tecnologia di infrastruttura è costantemente sollecitata da interazioni che vengono innescate da applicazioni in utilizzo sui singoli device. “Le applicazioni – dice Nemani – parlano costantemente con la rete, un paradigma del tutto diverso a quello che faceva da corollario all’epoca in cui i cellulari erano dedicati a servizi voce.”.

Soprattutto, afferma Cisco, si è di fronte a una modalità di utilizzo che non è prevedibile, ed è quindi importante rafforzare gli elementi di scalabilità. Siamo in presenza di uno scenario in cui lo scambio di contenuti non avviene più soltanto tra individui e individui, ma tra individui e dispositivi, e tra dispostivi e dispositivi, ovvero quello che comunemente viene definita la comunicazione machine-to-machine, che identifica quello che sempre più spesso è stato presentato come l’Internet delle cose, un mondo connesso in rete, wireless, dove oggetti di vario tipo scambiano tra loro messaggi e contenuti.

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Ecco, quindi, che Cisco mette l’accento sulla nuova normalità, new normal, contrapposta alla vecchia normalità. Non più connessione tra persone, ma tra persone e cose, non più accesso omogeneo, ma accesso eterogeneo. Aspetti che devono essere gestiti anche in ambiente enterprise favorendo quella logica che sta acquisendo oggi una rilevante attenzione, ovvero tutto ciò che sottintende l’acronimo BYOD, Bring You Own Device: fare in modo che l’utente aziendale possa fruire di applicazioni corporate e personali in modo omogeneo e trasparente.

Per gli operatori e i gestori la nuova tecnologia, spiega Cisco, serve a ridurre il TCO, fare di più con meno, avere l’opportunità di monetizzare al meglio le dinamiche del mercato mobile.