La banda che divide e l’Expo che unisce?

Credere nell’esposizione universale del 2015 può farci uscire prima dalla crisi? Non fare nulla è la cosa più pericolosa. In momento di generale incertezza dei mercati, l’Expo 2015 rappresenta un driver anticiclico di crescita economica.

A pochi mesi dalla presentazione dei piani di registrazione davanti al BIE (Bureau International des Expositions) per il 30 aprile del prossimo, al centro dell’attenzione non vi può essere l’oggetto ma il tema, non il contenitore ma il contenuto, non l’ottimismo del progresso, ma la domanda sui suoi limiti a dimensione planetaria.

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Infomobilità, logistica e sicurezza. Integrazione dei sistemi di rilevamento del traffico. Sviluppo di infrastrutture digitali per il turismo. Sistema pubblico di connettività. Previsti investimenti in infrastrutture tecnologiche per 60 milioni di euro e per 137 milioni in tecnologie operative.

Ma l’innovazione tecnologica deve essere il mezzo, non il fine. Da uno studio condotto su 200mila struzzi: «Non è mai stato osservato uno struzzo mettere la testa sotto la sabbia».

Alza la testa e partecipa alla tavola rotonda “Ict&Expo 2015” insieme a Maurizio Dècina (Professore ordinario di Telecomunicazioni, Politecnico di Milano) Gianfranco Dioguardi (Professore ordinario di Economia e Organizzazione aziendale al Politecnico di Bari), Enrico Frascari (Direttore Ict di Expo 2015 S.p.A.), Giancarlo Livraghi, Studioso di comunicazione, Fiorella Operto (Cofondatrice della Scuola di Robotica di Genova), Angelo Paris (Direttore pianificazione e controllo, Ict e acquisti di Expo 2015 S.p.A.), Ruben Razzante (Professore di diritto dell’informazione e del prodotto culturale all’Università Cattolica di Milano).

L’incontro sarà moderato dal giornalista economico Oscar Giannino.

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