Chi sono i nuovi Paperoni? Il rapporto di Capgemini sulla ricchezza nel mondo


Il World Wealth Report 2012 è stato presentato, in contemporanea mondiale a Toronto, Parigi e Milano. Si tratta della sedicesima edizione dell’indagine realizzata a livello internazionale su 71 paesi, da Capgemini (in collaborazione con il suo nuovo partner, RBC Wealth Management), per capire le tendenze nel settore del private banking e del wealth management, e per farsi un’idea di come i flussi di ricchezza si spostano e crescono. L’indagine rappresenta una finestra importante sul 98% della ricchezza del mondo che nel 2011 è tornata a calare. Nella classifica l’Italia si mantiene salda al decimo posto. Dopo tre anni, nelle prime pagine del rapporto non si legge più la parola “crisi”. Indicativa la scelta di presentare il rapporto davanti alle più importanti realtà finanziarie locali e internazionali, che sono attive nel mercato italiano, e significativa la scelta del luogo: l’Università Bocconi che – per la proprietà transitiva del suo Presidente – diventa luogo dell’ufficialità.

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All’incontro sono intervenuti Paola Musile Tanzi, SDA Bocconi e Roberto Manini, Vice President Financial Services, Capgemini Italia. Alla tavola rotonda hanno partecipato in ordine di intervento: Paolo Martini, Responsabile Wealth Management di Azimut («Bisogna valorizzare il talento. Più flessibilità e velocità») – Stefano Preda, Vice President del  Credit Suisse («Intervenire sulla struttura dei costi non ci porta alla crescita. È il business model che guida la crescita») – Riccardo Pironti di Campagna, Responsabile per l’Europa Continentale di JP Morgan («Modello di business efficiente, relazione e innovazione tecnologica sono le chiavi del successo») – Dario Prunotto, Head of Private Banking Italy Network, UniCredit Spa («Lavorare per il bene dei clienti deve fare parte del modello di business») – Alessandra Vitali Rosati, Responsabile Direzione Commerciale, Intesa Sanpaolo Private Banking («Occorre internazionalizzare gli investimenti, non solo la struttura organizzativa. Più rigore nella missione di conservare i patrimoni e miglioramento del servizio»).

Roberto Ruozi, ex rettore della Bocconi, docente per vent’anni al Politecnico di Milano e Presidente, Banca Intermobiliare, nei panni del moderatore, «si augura che le banche tornino ad investire nel mondo delle imprese, creando sviluppo e occupazione: il 2012 è un anno cruciale».
Nello scenario di mercato dell’industria bancaria cambia il time-to-market, cambiano i servizi, i rendimenti, la composizione del portafoglio e le modalità di valutazione del rischio. Quali sono le sfide per il private banking? I tassi si manterranno bassi? Come si reagisce ai margini sotto tensione? È sufficiente intervenire sulla struttura dei costi o bisogna cambiare il modello di business? Fare private banking è una scienza o un’arte? Ma la domanda che resta sul tavolo è: «L’abolizione della separazione, tra attività bancaria tradizionale e investment banking, è stato un fattore di creazione o di distruzione della ricchezza»?

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 I MILIONARI SONO TUTTI UGUALI?

 I soggetti con un patrimonio investibile pari o superiore a un milione di dollari americani (con esclusione di residenze private, oggetti da collezione, beni di consumo e altri beni durevoli) sono comunemente indicati nel mondo della finanza con l’espressione “High Net Worth Individual” (HNWI). Nella vulgata giornalistica, si tratta dei cosiddetti “paperoni”. Secondo le cifre del World Wealth Report 2012, la ricchezza finanziaria dei “paperoni” è diminuita in tutte le regioni nel corso del 2011 con la sola eccezione del Medio Oriente. Dalla crisi economica mondiale del 2008, anno in cui la ricchezza globale degli HNWI scese del 19,5%, si registra per la prima volta una perdita pari all’1,7%. Nella regione Asia Pacific è aumentata dell’1,6% attestandosi a 3,37 milioni nel 2011, battezzando questa regione, per la prima volta, come territorio con il maggior numero di HNWI e superando l’America del Nord, che conta su 3,35 milioni di “paperoni”. L’America del Nord rimane l’area con la maggiore ricchezza HNWI con i suoi 11.400 miliardi di dollari, rispetto ai 10.700 miliardi di dollari della regione Asia Pacific. Dopo aver registrato una robusta crescita dell’8,3% nel 2010, la popolazione globale degli HNWI è aumentata nel 2011 solo dello 0,8% attestandosi a undici milioni. La maggior parte di questa crescita può essere attribuita ai paperoni appartenenti alla fascia di ricchezza tra 1 e 5 milioni di dollari, che è aumentata dell’1,1% e rappresenta il 90% della popolazione globale HNWI. Al contrario, la ricchezza globale degli HNWI nel 2011 è scesa dell’1,7%, attestandosi a 42mila miliardi di dollari (rispetto alla crescita del 9,7%, per 42.700 miliardi di dollari del 2010). La popolazione globale di Ultra-HNWI è diminuita del 2,5% nel 2011 e la loro ricchezza è scesa del 4,9% dopo un aumento rispettivamente del 10,2% e dell’11,5% nel 2010. Nella classifica dei Paesi con una maggiore popolazione HNWI, la Corea del Sud ha rimpiazzato l’India in 12a posizione, mentre i tre Paesi al vertice, U.S.A., Giappone e Germania, raccolgono il 53,3% della quota totale di HNWI, leggermente superiore al 53,1% del 2010. Tra i dodici maggiori Paesi per numero di paperoni, il Brasile ha registrato la maggior percentuale di crescita (6,2%).

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ANNO VOLATILE

Il 2011 è stato il secondo anno a maggiore volatilità degli ultimi quindici anni. Dopo un 2010 di quasi normalità, i livelli di volatilità sono cresciuti nel 2011, toccando il picco nel mese di Novembre. È opinione comune che la crisi del debito dell’Eurozona possa aver devastato alcune tra le più grandi economie. Nonostante, i provvedimenti adottati dai leader dell’Unione Europea per contenere la crisi del debito sovrano, una debole crescita e le sfide latenti all’interno dell’Eurozona sono destinate a generare un ulteriore aumento di volatilità nel corso del 2012. «L’Europa avrà sempre un’attenzione prioritaria da parte degli investitori – ha spiegato Roberto Manini, Vice President Financial Services e Banking Leader di Capgemini Italia  – come dimostrano i continui attacchi sferrati a questo mercato. Fattori supplementari, come la performance economica della Cina, la sostenibilità dei mercati, i mutamenti politici globali delle leadership e le decisioni politiche giocheranno un ruolo fondamentale nel determinare se, nel corso del 2012, dovremo assistere a un incremento o a un ulteriore decremento della ricchezza HNWI»

In Italia, i “paperoni” sono scesi a 168.000 dai 170.000 del 2010.

«La causa principale di questa riduzione dell’1,3% è da attribuirsi alla capitalizzazione del mercato azionario, che nel 2011 ha registrato una contrazione del 25%, seguita a quella del 14% del 2010» – ha detto Roberto Manini.  A erodere il numero degli HNWI italiani hanno contribuito, inoltre, la flessione dei risparmi individuali (al 16,5% dal 16,8%) e l’andamento del Pil (0,4% nel 2011 dall’1,4%).

INNOVAZIONE E “SCALABILITÀ”

Secondo il World Wealth Report 2012 la scalabilità è il fattore chiave per il raggiungimento degli obiettivi di crescita e per il miglioramento delle relazioni con i clienti. La modernizzazione dei modelli di business è necessaria per guadagnarne in flessibilità e per raggiungere gli obiettivi di crescita. La tecnologia può aiutare nel campo della scalabilità nei modelli di business di gestione della ricchezza. Ma che cosa si intende per scalabilità? La scalabilità si riferisce a una nuova crescita del reddito del mercato o dei prodotti senza l’aggiunta di risorse incrementali e costi, evitando il degrado del servizio durante lo sviluppo. Il rapporto mette in evidenza che le società che sfruttano la tecnologia per questi servizi possono risparmiare il tempo di advisor di alto profilo affinché questi possano dedicarsi a clienti più critici. Per esempio, la tecnologia che sfrutta sistemi di elaborazione diretta può garantire le comunicazioni tempestive ai clienti, le posizioni e gli aggiornamenti del portafoglio, in modo che l’advisor possa dedicare il suo tempo a conversazioni dal più elevato contenuto strategico. Altre funzioni legate alla scalabilità, come l’ottimizzazione dei processi con operazioni automatizzate di back-end e l’implementazione di un sistema di gestione delle relazioni con i clienti (CRM) possono semplificare il flusso delle informazioni tra gli stakeholder, facilitare le decisioni e migliorare il servizio al livello della distribuzione.  «Alcune società leader del settore – spiega Roberto Manini – stanno già stabilendo forti relazioni cliente-advisor usando selettive strategie di crescita, implementando le tecniche di segmentazione del cliente e sviluppando strategie di reclutamento che sostengano la libertà dell’advisor con un supporto centralizzato di back-office».

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Il World Wealth Report 2012 2012 è liberamente scaricabile cliccando qui