Ritrovato in Toscana il collirio dell’antichità

In un relitto dell’epoca romana sono state trovate pastiglie di ossido di zinco usate nell’antichità per curare gli occhi la cui preparazione era stata descritta da Plinio il Vecchio

Nella sua Naturalis Historia, Plinio il Vecchio descriveva come preparare dei medicamenti per la cura degli occhi. Ora, dopo secoli passati nel relitto di una nave poggiata sui fondali del mare di Baratti, sono state ritrovate le pillole di cui parlava lo scrittore, considerato il primo vulcanologo della Storia. Enrico Ciabatti, che ha diretto l’esplorazione subacquea che ha portato alla scoperta, ha subito pensato di aver trovato un kit medico vecchio di 2.000 anni: “Le pasticche si trovavano in contenitori di stagno oggi in mostra al museo archeologico di Piombino, accanto c’erano strumenti utili alla medicina: tutto lasciava pensare di essere davanti a una cassetta di pronto soccorso, l’attrezzatura forse di un medico di bordo. Ricordo che nel laboratorio del primo restauro c’era odore di spezie”.

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Il collirio dell’antichità

Erika Ribechini, ricercatrice del dipartimento di chimica dell’università di Pisa che ha coordinato le analisi sui reperti, ha spiegato il procedimento per scoprire i principi attivi contenuti nelle pillole: “Grazie a tecniche di analisi come la spettroscopia a raggi X e a infrarossi, la gascromatografia e la spettrometria di massa abbiamo scoperto che le pasticche sono composte all’80% da carbonati di zinco, che probabilmente costituivano il principio attivo, e poi da eccipienti come la resina di pino che, oltre a prevenire l’ossidazione di altri componenti come gli oli, poteva conferire un odore gradevole al preparato”. 

 “Lo zinco –  continua la Ribecchini – ha notevoli proprietà antibatteriche, batteriostatiche e probabilmente anche antivirali ed è ancora oggi usato in dermatologia, nelle creme contro l’arrossamento della pelle e in oftalmologia. E’ quindi probabile che le pasticche venissero usate per applicazioni esterne sugli occhi. Del resto il termine ‘collirio’ viene dal greco ‘kollura’ che significa ‘piccoli panetti rotondi’, la stessa forma dei reperti del Pozzino”.

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