E’ noto come l’organismo sottoposto a stress risenta di numerosi effetti collaterali negativi per la salute, ad esempio gli stressati cronici soffrono con maggior frequenza ed intensità di cefalea ed emicrania, nelle donne in età avanzata può aumentare il rischio di Alzheimer, inoltre le mamme stressate durante la gravidanza possono trasmettere dei disturbi comportamentali nel nascituro.

Ma pare che lo stress, di cui soffre il 25% dei lavoratori in Europa secondo recenti stime, non influisca soltanto sulla salute dell’individuo ma anche sulla sua personalità. E’ questo varrebbe soprattutto per gli uomini, secondo uno studio coordinato dalla Social Cognitive Neuroscience Unit dell’università di Vienna, che vede la partecipazione dell’università’di Friburgo e la collaborazione di Giorgia Silani, della scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste.

Ridurre il carico emotivo

Sembra che per contrastare una condizione di stress, invece che cercare aiuto all’esterno i maschi preferiscano ottimizzare le risorse e concentrarsi su se stessi, risultando quindi meno empatici e più egocentrici, come spiega Silani:  “C’e’ un confine sottile fra la capacità di identificarsi e prendere la prospettiva degli altri, ed essere dunque empatici, e quella di non sapere distinguere fra sé e l’altro, agendo in maniera egocentrica”.

Come agiscono quindi i maschi stressati?

“La nostra ipotesi di partenza era che in condizioni di stress gli individui sarebbero diventati più egocentrici. Adottare una prospettiva centrata sul sé infatti riduce il carico emotivo/cognitivo. Ci aspettavamo dunque che nelle condizioni sperimentali le persone fossero meno empatiche – spiega Claus Lamm, dell’Universita’ di Vienna – Piu’ precisamente la sorpresa e’ stata che questa ipotesi di partenza era vera, ma solo per gli individui maschili”.

Leggi anche:  Uova e colesterolo: una correlazione inesistente secondo uno studio recente