Scelte etiche per Apple: controlli sempre più stretti su materiali e lavoratori

Apple, che è stata varie volte nel mirino dell’associazione di difesa dei diritti dei lavoratori cinesi, annuncia l’intento di intervenire in modo forte sul controllo dei materiali usati per la costruzione dei suoi device.

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Oltre a monitorare con attenzione le condizioni dei lavoratori delle aziende che operano per l’assemblaggio dei dispositivi quali iPhone e iPad, Cupertino rivolge ora la propria attenzione alle fonderie e raffinerie che forniscono i metalli necessari per la costruzione dei componenti dei suoi dispositivi.

Apple scende in campo spinta da un nobile impegno morale, chiedendo la messa al bando dei minerali estratti dalle aree di guerra, che spesso sono fonte di guadagno per i fornitori che a loro volta utilizzano il denaro per finanziare guerriglieri e gruppi armati: queste le ragioni che hanno spinto il colosso californiano a chiedere trasparenza e un’intensificazione dei controlli esterni attraverso la Supplier Responsibility.

Solo tantalio ‘etico’ e certificato

Nello specifico, come comunicato al Wall Street Journal, Apple aumenta il controlli sul tantalio, buon conduttore di calore ed elettricità: un metallo chiave per la produzione di moltissimi componenti, proveniente da Paesi come il Congo, Angola e Sudan, tutti afflitti da continue guerre e sfruttamento delle popolazioni.

L’intento è spiegato nel «Supplier responsibility report», pubblicato dalla società nel 2014, nel quale afferma di acquistare tantalio da venti fonderie o raffinerie certificate da controlli di ispettori esterni.

«Confermiamo che tutte le nostre fonderie di tantalio attive e registrate nella catena dei fornitori di Apple sono state validate con certificazione “conflict-free” da una società indipendente, e che continueremo a richiedere ai fornitori di usare esclusivamente fonti di tantalio verificate», assicura Apple. 

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Il gruppo guidato da Tim Cook persegue anche l’obiettivo di migliorare il trattamento degli operai nelle miniere, come si evince dai seguenti dati: nel 2013 il 95% dei suoi fornitori di minerali hanno posto come limite 60 ore settimanali di lavoro, inoltre Apple ha aumentato il numero di controlli del 15% nel 2013 rispetto all’anno precedente.