Antivirus fasulli: l’ultima frontiera del cybercrime

Symantec ha presentato i risultati del suo nuovo studio dal titolo “Report on Rogue Security Software”. Basandosi sui dati raccolti nel periodo fra luglio 2008 e giugno 2009, Symantec ha messo in luce come i cybercriminali si stiano sempre più servendo di tattiche di persuasione online fondate sulla paura per convincere gli utenti ad acquistare soluzioni di sicurezza contraffatte.

Questo tipo di software, detto anche “scareware”, appare, infatti, come legittimo, mentre in realtà si tratta di applicazioni fasulle che non forniscono alcun servizio di tutela della sicurezza. Al contrario, spesso questi software hanno come obiettivo quello di installare dei codici maligni di compromettere la sicurezza generale della macchina.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Per incoraggiare gli ignari utenti a installare queste finte soluzioni, i cybercriminali pubblicano dei veri e propri banner finalizzati a fomentare timori e ansie in fatto di minacce alla sicurezza.

Queste pubblicità in genere recitano affermazioni ingannevoli, come ad esempio "se vedete lampeggiare questo banner è probabile che il vostro computer sia a rischio o già infetto”.

In questo modo l’utente prova un senso di urgenza e viene spinto a seguire il link per far analizzare la propria macchina o scaricare il software che consente di eliminare la presunta minaccia.

Secondo lo studio, il 93% delle installazioni software derivanti dai 50 principali programmi di questo tipo è stato intenzionalmente scaricato dallo stesso utente. Fino a giugno 2009, Symantec ha rilevato oltre 250 diversi finti programmi per la sicurezza.

Inizialmente la perdita economica per l’utente che si lascia trascinare in questo genere di truffa va da un minimo di 30 a un massimo di 100 dollari; però il prezzo da pagare per riacquistare l’identità violata potrebbe risultare significativamente superiore.

Infatti, questi programmi contraffatti non solo costano denaro, ma sfruttano e sottraggono i dati sensibili forniti durante la fase di acquisto per perpetrare ulteriori frodi, o rivenderli sul mercato sommerso delle informazioni dando vita a un vero e proprio furto di identità.

Leggi anche:  In aumento il ransomware che colpisce gli endpoint, cala il malware rilevato in rete

A peggiorare ulteriormente il quadro, l’esistenza di software contraffatti progettati appositamente per installare codici maligni che mettono gli utenti a rischio di attacco da ulteriori minacce. Di conseguenza, installare questo tipo di programmi può portare a una seria diminuzione del livello di sicurezza di un computer proprio quando, al contrario, l’utente è convinto di rafforzarne la capacità di difesa.

Ad esempio, i programmi fasulli sono in grado di dare all’utente una serie di istruzioni affinché questi riduca o disabiliti qualsiasi settaggio di sicurezza mentre registra questo software-truffa, piuttosto che di impedire l’accesso a siti Web legittimi specializzati in soluzioni di sicurezza successivamente all’installazione. Paradossalmente, gli utenti vengono pertanto esposti alle minacce che il software contraffatto promette proprio di contrastare.

Messaggi pubblicitari ingannevoli puntano sulla paura per far sì che gli utenti acquistino applicazioni fasulle

Sono diversi i metodi utilizzati per trarre in inganno gli utenti e convincerli a scaricare applicazioni fasulle; e molti di essi si basano su tattiche che fanno leva sulla paura e su altri escamotage di social engineering. Il software di sicurezza fasullo viene pubblicizzato secondo le modalità più diverse, inclusi siti Web sia pericolosi sia legittimi quali blog, forum, siti di social networking e siti per adulti.

Anche se i siti legittimi non sono parte attiva di queste truffe, essi possono subire una violazione e pubblicizzare quindi queste finte applicazioni. I siti di software di sicurezza fasulli possono anche apparire in cima alla lista degli esiti prodotti da un motore di ricerca se gli ideatori della truffa sono intervenuti per manipolare i risultati.

Per incrementare i margini di successo di questo genere di operazioni, i creatori di software falsi progettano i loro programmi rendendoli il più possibile credibili imitando in tutto e per tutto quelli veri. Bisogna inoltre evidenziare che questi programmi spesso vengono distribuiti su siti Web che appaiono totalmente affidabili e credibili, e che agevolano l’utente a scaricare il software in questione.

Leggi anche:  Kaspersky scopre il nuovo trojan proxy per macOS distribuito grazie a un software illegale

Alcuni siti pericolosi si servono di servizi di pagamento online legali per eseguire le transazioni con carte di credito mentre altri inviano una mail all’ignara vittima con una ricevuta di acquisto – completa di numero di serie e numero di telefono del servizio clienti.

Intermediari distribuiscono software contraffatto per aggiudicarsi premi o guadagni

I cybercriminali stanno traendo vantaggio da un modello di business altamente organizzato basato sul concetto pay-for-performance, un approccio in base al quale i truffatori vengono pagati per ingannare gli utenti e far installare loro finti programmi di sicurezza.

Secondo quanto emerso dallo studio, i primi dieci affiliati a TrafficConverter.biz, sito che distribuisce applicazioni contraffatte, avrebbero guadagnato una media di 23.000 dollari a settimana durante i dodici mesi presi in esame dalla ricerca, ovvero una cifra equivalente a tre volte lo stipendio del Presidente degli Stati Uniti.

Queste pratiche sono del tutto simili a quelle utilizzate nei programmi marketing basati su affiliazione utilizzati dai normali retailer online. Queste iniziative ricompensano i partecipanti sulla base del numero di visitatori condotti al sito Web del retailer grazie alle capacità e agli sforzi di marketing compiuti dall’affiliato.

Attraverso questo modello gli affiliati che prendono parte alle truffe in questione arrivano a guadagnare cifre comprese fra 0,01 e 0,55 dollari per ciascuna installazione andata a buon fine. La classifica dei prezzi più elevati vede in testa le installazioni effettuate dagli utenti di Stati Uniti, seguiti da Regno Unito, Canada e Australia.

Alcuni siti di distribuzione offrono ai loro affiliati anche degli incentivi erogati sotto forma di bonus per un determinato numero di installazioni, oltre a punti e premi VIP come auto di lusso o prodotti di elettronica.

Leggi anche:  Sicurezza digitale, se la password non basta più

I consigli di Symantec a riguardo sono rivolti alle aziende e agli utenti individuali, invitati a utilizzare sempre le più recenti soluzioni per la protezione dai rischi legati alla sicurezza come ad esempio Symantec Endpoint Protection o Norton Internet Security.

Gli utenti e le imprese sono inoltre chiamati a utilizzare le best practice disponibili per la protezione e la mitigazione, presentate nell’allegato A dello studio Report on Rogue Security Software.

In particolare, gli utenti privati dovrebbero acquistare e installare solo software collaudati e forniti da produttori di sicurezza affidabili, le cui soluzioni vengono vendute presso punti vendita sicuri sul territorio oppure online.

Le best practice per la protezione e la mitigazione includono:

Evitare di seguire i link contenuti in email, in quanto potenziali connessioni con siti Web violati o pericolosi. Al contrario, digitare manualmente l’URL del sito Web legittimo conosciuto.

Mai visualizzare, aprire o eseguire gli allegati della posta elettronica a meno che siano attesi e provengano da una fonte fidata. Diffidare di qualsiasi email che non sia direttamente destinata al vostro indirizzo di posta.

Prestare la massima attenzione alle finestre pop-up e ai banner pubblicitari che imitano nomi legittimi. I messaggi di errore sospetto che appaiono all’interno del browser Web spesso nascondono truffe finalizzate a fare in modo che l’utente scarichi e installi il prodotto fasullo.