Cercasi ATM

“Vendo tavoli da biliardo, insegna luminosa e sportello ATM” è l’annuncio online in cui è incappato Robert Siciliano, un consulente di sicurezza americano di chiare origini nostrane specializzato nel contrasto al furto di identità.

In realtà l’esperto stava effettivamente ricercando un distributore di denaro di seconda mano.

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Dopo aver consultato diverse inserzioni su portali online senza esito a causa del prezzo troppo elevato o dell’eccessiva lontananza dal proprio domicilio, ecco balzare agli occhi ciò che più appagava le sue esigenze: un eccellente connubio tra distanza e costo.

Un bar di Boston metteva in liquidazione tutto l’arredamento dei locali causa cessazione dell’attività e, in particolare, per il bancomat venivano richiesti appena 1.000 dollari.

Robert si recava presso l’esercizio insieme ad un suo collaboratore, maestro dell’hacking, dove incontrava Bob, il titolare.

Un individuo alquanto “bizzarro” che, durante la trattativa, mentre narrava quasi epicamente la “storia” dell’apparecchio, spesso utilizzato come ripiano per boccali di birra, manifestava i suoi imbarazzi intestinali con assoluta disinvoltura.

Superati i “convenevoli” e tirato sull’importo, Robert riusciva ad aggiudicarsi l’erogatore al prezzo scontato di 750 dollari.

E’ necessario tenere presente che negli Stati Uniti, come in altri Paesi, non sono contemplate regole su chi possa o meno essere titolare e gestore di un dispenser-monetario.

Ma a cosa serviva un ATM allo specialista?

Lo spunto era nato dalla notizia apparsa nei primi di Agosto in cui era stato raccontato come alcuni hacker fossero riusciti a frodare i loro colleghi: durante la “DEF CON 17” tenutasi a Las Vegas la scorsa estate, infatti, era stato rinvenuto nella hall del Riviera Hotel Casino, location dell’evento, un anonimo sportello bancomat che, dotato di un PC sul retro, memorizzava le preziose coordinate delle carte inserite dagli avventori.

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Le intenzioni del tecnico erano quelle di provare come fosse estremamente facile entrare in possesso di una macchina ed altrettanto semplicemente trovare un’utile sistemazione per mettere in piedi una proficua attività illecita.

All’indomani dell’acquisto, l’amico pirata, invece, si presentava a casa di Robert sventolando con soddisfazione ed inaspettata ilarità il manuale delle istruzioni.

Recatisi nel garage ove era stato riposto l’apparecchio, i due, seguendo alla lettera le indicazioni riportate nella guida, inserivano i codici master per avere accesso al cuore del sistema e lì la sbalorditiva sorpresa: erano ancora memorizzati i riferimenti di circa 1.000 numeri di carte di credito/debito utilizzati in precedenza sulla postazione per prelevare contanti.