E’ PASSATA LA TEMPESTA?

Circa il 90 percento dello spam sembrerebbe essere generato da appena 6 botnet.

E’ quanto emerge dal rapporto semestrale rilasciato dalla Marshal, società britannica che si occupa di sicurezza informatica con un portafoglio clienti di oltre 18.000 imprese sparse in tutto il mondo.
La concorrenza non si è trovata d’accordo con questi risultati.
La Marshal ha avuto modo di constatare come, nel mese scorso, il più stacanovista postino di e-mail spazzatura, contrariamente alle aspettative, non è stato il celeberrimo “Storm worm” bensì una rete di computer zombie creata da “Srizbi”.
La Symantec, aveva definito “Srizbi” come “un cavallo di troia che spedisce spam e usa un rootkit per camuffarsi” – a giugno dell’anno scorso – l’aveva anche etichettato con un livello basso di diffusione e insidiosità.
Invece, stando alle conclusioni della Marshall, questo trojan dal nome impronunciabile starebbe replicandosi significativamente attraverso un consistente flusso di corrispondenza infetta, raggiungendo una percentuale del 39 percento della pubblicità non gradita scoperta nel mese di febbraio.
Lo “Storm worm”, sebbene abbia, in più occasioni, dimostrato la sua “tenacia”, si sarebbe attestato solamente al 2 percento: sembrerebbe essere stato sopraffatto dalla sua stessa notorietà. Infatti la reclame ha in modo che la maggior parte degli utenti non abbia esitato a dotarsi di una solida corazza per fronteggiare questa subdola minaccia.
Paul Piccard, dirigente di una compagnia antagonista, ha confermato questo verdetto sottolineando appunto il considerevole contributo alla regressione del worm offerto dalle aziende produttrici di software di protezione nell’immettere prontamente e massicciamente idonei strumenti per la sua rimozione, anche se è comunque fortemente convinto che dopo questo periodo di “bel tempo”, “Storm worm” si ripresenterà più agguerrito che mai.
Di contro, non è stata condivisa l’affermazione circa la riconducibilità di quasi la totalità dello spamming in capo solamente a 6 realtà, evidenziando come siano state trascurate le diverse varianti – in alcuni casi anche 100 – di ciascun malware e come, in tal caso, sarebbe facile assicurare un adeguato livello di difesa alla propria clientela.
A queste dichiarazioni si sono aggiunte quelle di un’altra azienda competitrice definendo la valutazione totalmente fuoristrada.
La Marshal ha replicato asserendo come in questo studio sia stata dimostrata la validità del principio paretiano secondo cui in ogni universo o campo (Internet) il 20 percento degli elementi (botnet), ossia poche cose importanti, influenzano l’80 percento del risultato (spam).

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