Facebook vince la causa contro uno spammer per 873 milioni di dollari.

Secondo quanto riportato dalla stampa, Adam Guerbuez, originario di Montreal, ha indotto con l’inganno gli iscritti di Facebook a fornire nome utente e password e ha usato questi dati per accedere ai loro profili personali. Lo spammer, sostiene Facebook, avrebbe inviato oltre 4 milioni di messaggi indesiderati che pubblicizzavano diversi prodotti, dalla marijuana ai farmaci per migliorare le prestazioni sessuali. 

"Facebook dovrà certamente faticare a incassare questa cifra stratosferica, ma speriamo che la severità di questa ammenda dissuada gli spammer dal tentativo di far leva sulla popolarità del sito di social networking per imporre i propri prodotti", ha dichiarato Walter Narisoni, Sales Engineer Manager di Sophos Italia. "Negli ultimi mesi il volume di spam appartenente a questa categoria ha subito un incremento, in quanto i cybercriminali si sono resi conto che è più facile irretire gli utenti dei siti sociali inducendoli a cliccare su un link che sembra provenire da un contatto di Facebook, piuttosto che su un link contenuto in un normale messaggio e-mail. Facebook sta prendendo provvedimenti per garantire ai propri utenti una protezione migliore, ma gli hacker non desisteranno certo dall’escogitare nuovi metodi di attacco: in definitiva, è compito dei singoli utenti usare prudenza e astenersi dal cliccare su link sconosciuti". 

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Gli esperti di Sophos avvertono che l’invio di spam tramite i siti di social networking come Facebook è reso possibile unicamente dal comportamento degli utenti, incuranti di tutelare i propri dati di accesso. Sophos ha registrato, inoltre, un aumento degli attacchi di phishing – che prendono solitamente di mira i clienti delle banche online – ai danni degli utenti dei siti di social networking. 

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"Gli hacker sono smaniosi di sottrarre i dati di accesso agli utenti di Facebook, in quanto ciò gli consente di bombardare più facilmente di persuasivi messaggi di spam l’intera rete di contatti della vittima", ha spiegato Walter Narisoni. "Consigliamo quindi non solo di scegliere una password di accesso complessa e difficile da individuare, ma anche di proteggere il proprio computer con patch di sicurezza e software antivirus aggiornati".