Un altro virus per Obama

Il Presidente Barack Obama fa ancora parlare di sé anche se nessuna colpa può essergli attribuita se non quella di essere la persona che al momento è al centro delle attenzioni di tutto il mondo.


Non si tratta di iniziative politiche controcorrente, né tanto meno di proclami sconcertanti a finire sulle cronache in questi giorni.Già da un po’ di tempo, come vuole ogni buona tradizione, il passaggio del testimone alla Casa Bianca aveva suscitato l’interesse di malintenzionati che, sfruttando la notorietà del neo leader statunitense, hanno visto una prospettiva per inondare la Rete con diverse forme di malware.Non è lontano il 4 Novembre, giorno in cui gli Stati Uniti hanno eletto il loro 44° Presidente e, come se ci si dovesse imbattere in una frenetica propaganda post-elettorale, ecco che i cyber-navigatori hanno visto inondare le loro caselle di posta elettronica da una infinità di mail apparentemente provenienti da domini governativi che, sfruttando la popolarità del Senatore, invitavano a scaricare un’intervista rilasciata a ridosso della vittoria piuttosto che il testo di un discorso tenuto.
 Invece, non appena il fatidico click sull’accattivante link entrava in funzione, venivano installati virus e trojan di ogni sorta e dagli effetti tali da soddisfare anche il palato dell’untore più raffinato.
 Un paio di giorni prima del 20 Gennaio, data dell’insediamento del Presidente ecco che nuovamente nella posta degli utenti balza all’occhio uno scoop allarmante: “Obama rinuncia all’incarico” e, come al solito, un collegamento in bella mostra che trasferisce al sito ove poter leggere ogni dettaglio della vicenda: il portale si presenta con tutti i crismi dell’ufficialità ed è facile, perciò, cadere nel tranello.Si clicca sulla notizia et voilà il worm è servito.
 Attualmente sta circolando una altro worm “Obama-based”.Scoperto dagli esperti della Walling Data nel corso di un lavoro eseguito presso una scuola dell’obbligo – neanche a farlo apposta dell’Illinois – sembrerebbe essere stato inoculato all’interno della rete locale attraverso una e-mail o, più credibilmente, da un drive USB.La possibilità che l’epidemia si possa diffondere a macchia d’olio è molto alta, tenendo a mente come sia prassi consolidata far utilizzare ai propri studenti dispositivi di memorizzazione personali sui sistemi informatici degli istituti.Sono proprio questi supporti che, appena entrati in contatto con un PC infetto, verranno a loro volta inquinati e potranno esportare il malware oltre le mura del plesso scolastico.La notizia buona è che, fortunatamente, gli effetti del worm si manifestano solo il lunedì e si limitano a far aprire un noioso pop-up con una foto in primo piano di un sorridente Obama in basso a destra sul monitor della postazione contagiata.

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