Singapore si copre di una coltre di polveri sottili che obbliga i cittadini a indossare mascherine protettive. La colpa è della deforestazione

Da ben tre giorni la situazione a Singapore è diventata insostenibile. L’aria infatti è diventata molto pesante e addirittura difficile da respirare, condizione che ha messo in allarme i cittadini, i quali si muovono indossando mascherine di protezione. Molti lavoratori della città-stato hanno raccontato che dai grattacieli la visibilità era inferiore ai 500 metri.

La deforestazione

La causa scatenante di un tale inquinamento dell’atmosfera va ricercata nella deforestazione selvaggia dell’isola di Sumatra, in Indonesia. Il dato diventa ancora più allarmante perché è stato calcolato che l’inquinamento dell’aria di questi giorni ha superato i picchi raggiunti nella crisi del 1997, quando i danni in salute e business arrivarono a 9 miliardi di dollari.

L’apice è stato giovedì mattina quando a Singapore l’indice d’inquinamento è arrivato a 371, contro il valore di 300 che rappresenta di per sé un indice di “molto malsano”.

Un fenomeno ricorrente

Purtroppo questo fenomeno non è nuovo ai cieli della città del sud-est asiatico. Ogni anno infatti, nel corso della stagione secca, si presenta con differente gravità, in concomitanza dell’incendio di ampi tratti di foresta nell’isola di Sumatra. Spesso gli incendi vengono appiccati per fare spazio a piantagioni di olio di palma.

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Sfortunatamente, in questa parte di mondo, Singapore non è l’unica città a mostrare livelli d’inquinamento così alti.