Smartphone e computer si sciolgono: è il futuro

Per evitare l’accumulo di rifiuti elettrici ed elettronici si pensa alla diffusione di hardware transiente

Potreste immaginare un mondo in cui un dispositivo elettronico “scompare” quando ha terminato il suo ciclo di utilizzo e non è più necessario? Smettete di immaginare perché è tutto tremendamente reale. L’elettronica transiente o a scadenza è il futuro del mercato hi-tech o almeno ne sono certi negli Stati Uniti. Durante il 245esimo “National Meeting & Exposition” della Società Americana di Chimica a New Orleans alcuni ricercatori hanno presentato diverse idee di elettronica scadenziata capace di dissolversi dopo l’utilizzo.

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Cos’è l’elettronica transiente

Il numero di device che possono sfruttare questo nuovo tipo di tecnologia è vasto e va dall’utilizzo medico per l’alleviamento del dolore o al combattimento di un’infezione ai prodotti pensati per lavorare secondo un termine specifico. Il nuovo approccio di dissoluzione elettronica è in contrasto con la struttura attuale della progettazione dei chip elettronici. Se si propende per la realizzazione di componenti che possano durare nel tempo, qui si pensa a una serie di strutture hardware a “impatto zero”, capace di non lasciare traccia a distanza di tempo. “L’obiettivo del settore è sempre stato quello di costruire dispositivi resistenti che durino nel tempo – ha spiegato John Rogers, ricercatore della Università dell’Illinois ad Urbana-Champaign che ha condotto la ricerca e ha realizzato la pila “allungabile” – ma si aprono nuove opportunità se si comincia a pensare all’elettronica come un insieme di dispositivi che possono scomparire in modo controllato e programmabile”.

Idea vincente

Non è la prima volta che si parla di questo tipo di elettronica. Già lo scorso anno alcuni scienziati avevano pensato ad alcuni gadget elettronici al silicio, magnesio e seta che si possono sciogliere nel corpo delle persone dopo l’applicazione medica. In uno studio pubblicato su Science del settembre 2012, John Rogers e colleghi avevano descritto una serie di strumenti biodegradabili che dopo aver svolto il loro lavoro si potevano sciogliere come nulla.

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