India, il cloud computing delle risorse umane

India,
il cloud computing delle risorse umane

Più
di un quarto delle società a livello ingegneristico tecnologico che nascono
negli Stati Uniti sono create da cittadini provenienti da altre nazioni e la
componente più rilevante è quella costituita dall’etnia
indiana.

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Così come
a livello tecnologico il trend evolutivo è segnato da ciò che
viene comunemente indicato come cloud computing, semplificando, accesso remoto
ad applicazioni e servizi via rete geografica, si assiste da tempo a una forma
di cloud computing che interessa la produzione del software e l’erogazione
di servizi: accesso a risorse, skill, expertize che non risiedono più
negli Stati Uniti o in quei paesi occidentali protagonisti dell’industria
del software, ma in paesi remoti, come l’India diventato il centro nevralgico
di molte iniziative offshoring.
Significa, in buona sostanza, delocalizzazione delle risorse produttive. Oracle,
Microsoft, Ibm, CA, Cisco tutti i grandi nomi dell’Ict sviluppano una
quota sempre più consistente dei propri prodotti in India. Anche per
il software si dovrebbe prevedere un’etichetta made in India. Se così
fosse sarebbe sorprendente scoprire come buona parte dei prodotti in circolazione
abbiano subito una qualche contaminazione indiana. E non significa soltanto
produzione di volume di software di basso profilo, esternalizzare lo sviluppo
delle competenze più basse.
In molti casi si è investito in ricerca e sviluppo, in opportunità
di creazione di nuove idee. Nel mercato dell’Information & Communications
Technology esternalizzare la forza lavoro sembra sia diventato l’equivalente
delle regole che dominano il mercato dell’auto. Spostare la produzione,
in questo o quel paese, a seconda delle convenienze del contesto geografico,
sociale e politico. Un fenomeno che innesca anche una reazione opposta e contraria.
Il progressivo acculturamento tecnologico di paesi una volta esclusi dal circuito
high tech fa sì che nuovi protagonisti di start up americane siano persone
che provengono da quei paesi.
Più di un quarto delle società a livello ingegneristico tecnologico
che nascono negli Stati Uniti sono create da cittadini provenienti da altre
nazioni e la componente più rilevante è quella costituita dall’etnia
indiana. Non solo, ma in più della metà dei nuovi brevetti delle
più importanti multinazionali americane vi è un contributo sostanziale
da parte di cittadini non US.

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di Piero Macrì