Microsoft: stimolare l\’innovazione, sempre

Microsoft:
stimolare l’innovazione, sempre

Microsoft continua
a reinventarsi anche nel nostro Paese. Una squadra di manager tutta nuova, a
cominciare all’amministratore delegato, e ruoli sempre più delineati
nell’accelerare l’innovazione tecnologica nell’ambito dei
settori delle piccole e medie imprese, della Pubblica amministrazione e dei
grandi clienti. Grazie anche alle numerose novità di prodotto che si
sono succedute nel 2008. Ce ne parlano il nuovo numero uno Pietro Scott Jovane
e i top manager di Microsoft Italia

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di Edoardo
Bellocchi

La staticità
non è di casa, dalle parti di Milano San Felice, dove ha sede Microsoft
Italia. Ci eravamo lasciati esattamente tre anni fa, con la Cover story di ottobre
2005 dedicata da Data Manager al ventennaledella creazione della filiale nel
nostro Paese. E la Microsoft Italia di oggi è ancora una volta un’azienda
diversa, come è giusto che sia in un ambito sempre in continua trasformazione
come quello dell’Information technology, del quale il colosso di Redmond
(dove è situato il quartier generale della Corporation) è sicuramente
uno dei veri motori del cambiamento. Oltre alle dimensioni della filiale italiana,
che è in continua crescita e conta oggi circa 900 persone e un fatturato
superiore agli 800 milioni di euro (i dati di fatturato sono stimati), anche
la squadra dei top manager è praticamente tutta nuova, pur nel segno
di una continuità rappresentato da Umberto Paolucci, fondatore della
filiale italiana 23 anni fa e tuttora presente in azienda con il ruolo di presidente
di Microsoft Italia nonché senior chairman di Microsoft Emea e vice president
di Microsoft Corporation, mentre dalla metà dello scorso luglio Pietro
Scott Jovane è il nuovo amministratore delegato. E’ a lui che chiediamo
di tracciare le linee guida della continua trasformazione di Microsoft Italia:
«La nostra missione rimane invariata: valorizzare sempre più la
presenza in Italia sia direttamente sia tramite i nostri 25mila partner per
affiancare grandi aziende, Pubblica amministrazione e piccole e medie imprese
nel loro sviluppo, con un ruolo di supporto e di stimolo all’innovazione.
Da questo punto di vista, non siamo cambiati. Ma l’evoluzione continua
che contraddistingue Microsoft Corporation da più di trent’anni
è sotto gli occhi di tutti, e va sempre più nella direzione dell’ascolto
delle esigenze dei clienti, e sull’innovazione diffusa». Proprio
quell’innovazione che «da tempo non nasce più solo da Redmond,
ma ovunque nel mondo, per esempio in Cina o in India, oppure anche qui da noi,
nei nostri centri dedicati di Torino e Trento», tiene a sottolineare Jovane.

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I SETTORI
SUI QUALI PUNTARE

La storia di Pietro Scott Jovane è un po’ quella del manager internazionale
di razza che rappresenta al meglio la classe chiamata a guidare i colossi nelle
nuove incertezze che lo scenario economico mondiale sta vivendo negli ultimi
tempi. Nato a Cambridge, negli Stati Uniti esattamente quaranta anni fa, si
è laureato in Economia e Commercio in Italia, e ha ricoperto diversi
incarichi manageriali nel campo finanziario, in Italia e all’estero. Approdato
in Microsoft Italia poco più di cinque anni fa, ne è stato Chief
financial officer per tre anni, passando poi alla guida della divisione commerciale
che si occupa di offrire soluzioni software al mondo delle grandi aziende di
telecomunicazioni e media, fino ad approdare prima dell’incarico ad amministratore
delegato a guidare la divisione Online. E il background professionale di Jovane
aiuta a comprendere meglio quelli che sono i settori sui quali si focalizzerà
Microsoft Italia sotto la sua guida. Innanzitutto, per Jovane, puntando all’innovazione
è importante guardare anche all’ambito consumer, che in Microsoft
è tuttora una parte di rilievo del fatturato, e che rappresenta «un
momento chiave della nostra azione sul mercato, in quanto le tecnologie, come
il sistema operativo Windows Vista, costituiscono il primo punto di contatto
con le famiglie quando entra un nuovo computer in casa». Ed è anche
per questo che per la casa di Redmond il segmento dei sistemi operativi anche
di taglio consumer continuerà a essere un focus. Una parte rilevante
dell’esperienza professionale di Jovane si è svolta nell’ambito
della finanza aziendale: «Aver svolto il ruolo di Chief financial officer
mi ha dato modo di sviluppare una visione più completa, in quanto il
Cfo riesce ad avere sempre un punto di vista di business che gli consente di
dialogare senza mediazioni anche con le persone che si occupano di business
development, dando chiavi di lettura a tutto tondo». Riguardo al mercato,
l’esperienza di Jovane gli fa dire che i settori a più alto contenuto
di innovazione sono oggi quelli delle telecomunicazioni e dei media, almeno
dal punto di vista del vendor di tecnologia informatica, in quanto «l’It
è il fattore abilitante fondamentale dei modelli di business in continuo
cambiamento delle telecomunicazioni: per esempio, è solo con un uso opportuno
delle tecnologie informatiche che si può passare da operatore telefonico
puro a operatore di servizi a tutto campo». Ma non solo telecomunicazioni
e media: per Jovane, Microsoft Italia deve «continuare ad avere quel ruolo
di “trusted advisor”, cioè di consigliere di fiducia, per
tutte le grandi aziende riguardo alle nuove tecnologie».

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Ma, allargando
il focus anche alle piccole e medie imprese, «la nostra missione rimane
quella di continuare a incrementare la consapevolezza tecnologica delle Pmi
italiane», sottolinea Jovane. Le peculiarità dell’Italia
a questo riguardo sono ben note, e si verificano in pochissimi altri mercati
del mondo, tanto che Microsoft Corporation – rivela il numero uno italiano
– tiene sempre sotto osservazione le nostre Pmi per comprendere come poter
operare al meglio su questo mercato. Del resto, i dati ricordati da Jovane parlano
chiaro: «L’internazionalizzazione delle Pmi italiane è appena
del 9%, come dire che meno di una piccola e media impresa italiana su 10 ha
rapporti o presenza estera. E questo dato migliora leggermente se si prendono
in considerazione solo quelle manifatturiere, il 20% delle quali è internazionalizzata:
ma è pur sempre un poco lusinghiero una su cinque». Di più:
«Solo il 4% delle Pmi italiane usa Internet per vendere, e quindi per
avere presenza anche all’estero; gli investimenti in tecnologia informatica
per addetto, sempre da parte di queste realtà, sono il 55% della media
dell’Unione europea». E, per finire, «l’età media
degli imprenditori di tali società è di 55 anni». Insomma,
sintetizza Jovane, «siamo in un momento d’oro per far sì
che le nostre tecnologie possano contribuire a far crescere il tasso di innovazione
e di competitività della piccola e media impresa italiana». E anche
questo è sicuramente un fattore che sta contribuendo al grande successo
delle soluzioni Microsoft Dynamics, come vedremo più avanti.
E per la Pubblica amministrazione? «Anche su questo settore è puntato
l’occhio vigile di Redmond, sempre a caccia di “best practices”
da condividere – rivela Jovane –, e alcuni esempi di eccellenza
cominciano a venire alla luce. La Pa, intesa come Pubblica amministrazione centrale
e locale, oltre alla Sanità, ha investito molto negli ultimi anni, e
spesso in maniera non visibile, ma automatizzando molti aspetti di back end,
cosa di cui i cittadini cominciano finalmente a vedere gli effetti, con numerosi
servizi che funzionano benissimo». Il giovane numero uno di Microsoft
Italia racconta compiaciuto di un episodio personale accadutogli proprio la
mattina della nostra intervista, quando ha impiegato solo 12 minuti, «tutto
compreso: da quando ho ritirato il tagliando per l’attesa a quando sono
uscito», per farsi rilasciare una nuova carta di identità dal Comune
di Milano. Indubbiamente un buon risultato, ma che grazie all’utilizzo
del software e dei servizi può migliorare ulteriormente consentendo ai
cittadini di svolgere queste operazioni e dialogare con la Pa con un semplice
click del mouse, restando comodamente seduti al proprio Pc. Segno che molte
delle iniziative in piedi per il settore pubblico stanno dando buoni frutti
e molte altre si svilupperanno in futuro.

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