Realtà virtuale sempre più “vera”

Realtà
virtuale sempre più “vera”

Omicidi e furti
online si trasformano in problemi reali

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Allarme realtà
virtuale. Alcuni mesi fa psicologi ed esperti hanno espresso le proprie preoccupazioni
in merito ai comportamenti degli internauti e dei loro avatar.
Il timore è quello che gli utenti possano sfogare con gesti violenti
una serie di problematiche che li affliggono, approfittando della realtà
in 3D.
Le cose però potrebbero cambiare perché atti violenti o non leciti
compiuti nella realtà virtuale, forse verranno puniti nella nostra dimensione.
I casi sono numerosi e trattano temi come l’omicidio o il furto. Una donna
giapponese, infatti, potrebbe essere condannata per aver ucciso il suo marito
virtuale nel mondo online Maple Story.
Non solo la donna avrebbe iniziato a tormentare il vero lui in seguito alla
richiesta di divorzio, ma avrebbe anche cancellato ogni traccia dell’immaginario
lui dal web. Sebbene non vi sia stato nessuno spargimento di sangue finto o
vero, la donna dovrà rispondere dell’accusa di “accesso illegale
a dati personali”.
Il mondo 3D spinge molti potenziali criminali a compiere azioni illecite, con
la convinzione che non ci siano poi conseguenze legali.
Una corte olandese ha sentenziato che due giovani “furboni” venissero
puniti con diverse ore da passare in una comunità, per atti illeciti
online.
Attraverso il gioco Runescape, i due hanno rubato ad un altro ragazzo una serie
di oggetti “immaginari”. Il giudice infatti ha stabilito che reale
o immaginario, un furto è sempre un furto.

A cura di
Francesca Guido

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