Gli orsi possono ingerire grandi quantità di cibo senza avere ripercussioni sulla loro salute, come succede invece agli esseri umani. Un ricercatore californiano cerca di capire il perché

«Quando penso all’obesità mi viene in mente l’orso Yoghi» è quanto afferma il dottor Kevin Corbit, scienziato e ricercatore del colosso farmaceutico Amgen. E non si può certo dargli torto, dato che questi animali, per prepararsi al lungo periodo di letargo, possono assumere fino a 58mila calorie al giorno arrivando a raggiungere il peso di 500 chili, senza che ciò influisca in alcun modo sulla propria salute. E’ proprio per questo motivo che il ricercatore sta studiando gli orsi bruni ed è convinto che questi animali possano fornire informazioni importanti per riuscire a comprendere il problema dell’obesità, che nei bambini può causare anche problemi d’udito ed è favorita da una vita troppo sedentaria e da una dieta non equilibrata.

Ingrassare senza ammalarsi

Gli scienziati stanno quindi cercando di capire perché gli orsi possono ingrassare senza ammalarsi, senza cioè avere ripercussioni a livello cardiaco o di diabete, come invece succede agli esseri umani. Kevin Corbit sostiene che studiando il funzionamento del loro organismo e il loro metabolismo, si potranno raccogliere informazioni utili che potrebbero aiutare a combattere l’obesità, un problema che un’equipe di scienziati di Zurigo sta cercando di risolvere con una microcapsula che racchiude geni umani, in grado di aumentare il senso di sazietà e diminuire così l’aumento di peso.

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Lo studio

Per fare ciò, gli scienziati sottopongono gli orsi a biopsie del tessuto adiposo tenendo costantemente monitorato il loro battito cardiaco. Dagli studi emerge che il segreto di questi animali risiede nel fatto che essi riescono in qualche modo a regolare la propria sensibilità all’insulina, l’ormone che controlla le quantità di grassi e zuccheri negli alimenti. Gli orsi sono maggiormente sensibili all’insulina quando ingrassano, ma un paio di settimane dopo essere caduti in letargo, riescono a spegnere la reattività all’ormone.

Alexander Kamb, il coordinatore del dipartimento di ricerca di Amgen che ha dato il via due anni fa al programma di studio afferma: «Il nostro obiettivo è riuscire a capire come gli orsi sono in grado di compiere una tale magia».