Tablet school, tutto sulla scuola del futuro e sulla didattica nell’era digitale

A Bergamo seicento allievi si confrontano con decine di esperti sul sapere acquisito tramite il metodo di insegnamento per l’uso di iPad, tablet e internet nelle scuole messo a punto da ImparaDigitale. La nuova didattica sarà ripresa nelle 400 scuole assegnatarie dei fondi della Regione e del Miur per creare delle aule digitali

Sono i primi ad aver sperimentato una didattica creata a misura delle nuove tecnologie digitali. E oggi sono saliti in cattedra per portare la propria esperienza e interrogare docenti ed esperti sul futuro delle lezioni nelle aule scolastiche. Sono gli studenti che hanno aderito al progetto promosso dal Centro Studi ImparaDigitale, associazione che ha messo a punto un metodo di insegnamento ad hoc per l’uso di IPad, tablet e internet.

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Come cambiano le relazioni in classe e fuori, come usare i testi scolastici e le lavagne interattive al posto di pdf fissi e come riconoscere e selezionare le fonti di informazione, ma anche quali accortezze da usare con alcuni tablet, quali precauzioni prendere in caso di problemi alla vista, evidenziare i miglioramenti conseguiti in caso di dislessia, come affrontare il cyber bullismo: sono questi i temi affrontati dai seicento ragazzi riuniti oggi nella Sala Congressi Papa Giovanni XXIII a Bergamo.

“Siamo stati i primi a portare i tablet in classe, tre anni fa, ma ci siamo resi conto che da solo il tablet non basta. Serve una vera e propria svolta. E così nel Liceo Lussana abbiamo messo a punto una nuova didattica fondata sull’uso delle nuove tecnologie – spiega Dianora Bardi, vicepresidente di ImparaDigitale e docente nell’istituto scolastico bergamasco. L’iniziativa “Generazione web” lanciata dall’Ufficio scolastico della regione Lombardia, ci ha consentito di usufruire di 12,5 milioni di euro per fornire alle classi prime e terze delle scuole superiori strumenti tecnologici, e-book e tablet da usare per l’apprendimento. Così abbiamo potuto applicare il nuovo metodo di insegnamento. Nel marzo 2012, con l’attivazione del Centro Studi Impara Digitale, 24 scuole sparse in tutta Italia si sono associate alla nostra rete e hanno cominciato ad applicare lo stesso metodo sotto il costante monitoraggio dell’Università Bocconi”.

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Didattica 2.0

Non solo, ora che la sperimentazione è agli sgoccioli (a giugno la Bocconi diffonderà i risultati relativi ai primi 600 studenti) e il progetto sta andando a regime, la Regione Lombardia d’intesa con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha stanziato più di 10 milioni di euro per portare i tablet nelle scuole lombarde e creare delle aule digitali. E il Liceo Lussana, considerato capofila di questo progetto, ha ricevuto il compito di coordinare la formazione di tutti i docenti degli istituti coinvolti a livello regionale (oltre 400).

“L’Europa ci invita a una didattica che abolisce la lezione frontale per puntare sulla laboratorietà, sulla condivisione, sulla creazione e sulla collaborazione. È quello che abbiamo fatto con la nostra sperimentazione. Certo, le tecnologie ci hanno aiutato a tenere le nostre lezioni con trenta ragazzi davanti pronti a fuggire, con la mente se non con il corpo. Dopo qualche difficoltà iniziale, dovuta alla complessità e alla mole di lavoro da affrontare, sono arrivati i primi risultati positivi. Dopo un anno scolastico, la sperimentazione è stata ufficialmente riconosciuta dall’Usr per la Lombardia e documentata nel libro Oltre la carta” prosegue Dianora Bardi.

Presto altre scuole in tutta Italia potranno beneficiare di finanziamenti regionali ed europei per portare la tecnologia nelle proprie classi. A quel punto avranno bisogno di nuove metodologie di insegnamento. Per questo il Centro Studi ImparaDigitale apre a tutti gratuitamente le proprie porte per consentire al corpo docenti di adeguare le proprie conoscenze ai cambiamenti in atto, a beneficio degli studenti. “Il modo di insegnare, le risorse didattiche utilizzabili – non più libri in proprietà, ma contenuti digitali acquisiti o fruiti con licenze d’uso differenziate – gli strumenti tecnologici da predisporre devono necessariamente subire una radicale trasformazione rispetto all’attività tradizionale; questi strumenti, inoltre, devono essere costantemente aggiornati. Solo la collaborazione diretta tra coloro che, in prima persona, vivono questa trasformazione può garantire quel valido supporto necessario per affrontare la velocità del cambiamento” conclude Dianora Bardi.

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“Ciò che colpisce nell’incontro di oggi è la grande maturità degli studenti, consapevoli di essere protagonisti di un cambiamento sostanziale del sistema di apprendimento. L’utilizzo delle nuove tecnologie viene da loro vissuto come un’opportunità per migliorare notevolmente le loro condizioni di studio e per riorganizzare il proprio sapere su canoni metodologici del tutto nuovi. Il modo in cui hanno raccontato questi cambiamenti scalda il cuore e dà una speranza concreta per il futuro”, aggiunge Stefano Quintarelli, past president del Centro Studi ImparaDigitale.

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