Il Governo sta discutendo sull’imporre un’accisa sulle sigarette elettroniche così come succede per quelle normali. “E’ una manovra della lobby del tabacco”, commentano i produttori di “e-cig”

Il neo governo Letta è alla disperata ricerca di fondi per avviare le riforme necessarie ad uscire dalla crisi. Una delle entrate dello Stato, le sigarette, ha subito un crollo rilevante dovuto al solito problema del contrabbando ma soprattutto a causa del boom delle sigarette elettroniche. I relatori del decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione ha quindi proposto di tassare le “e-cig” esattamente come le sigarette normali. Già ad aprile si era parlato di questa eventualità ma il provvedimento non era stato ammesso.

Tassare il tabacco anche se non c’è

Per l’acquisto di ricariche per le sigarette elettroniche si paga l’Iva ma non le accise sul tabacco, che ovviamente non è presente nel prodotto. I relatori però hanno scovato un vecchia tassa sui prodotti sostitutivi del tabacco e contenti nicotina e hanno deciso di riproporre il provvedimento. La mossa del Fisco in realtà avrebbe un impatto relativo, visto che il gettito sarebbe nell’ordine di qualche milione di euro, se si pensa che saranno necessari 40 miliardi di euro per ripianare i debiti della PA. 

“Questa è una manovra della lobby del tabacco – commenta la società Ovale, produttrice di e-cig in Italia- la nuova tassa è contro gli italiani: colpisce uno dei pochi mercati in crescita e che dà lavoro”.

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Chissà se il prossimo passo sarà l’introduzione sul mercato dello spinello elettronico e la relativa tassazione…