La società svizzera verserà la somma al Dipartimento di Giustizia americano per il disastro ambientale nel Golfo del Messico causato dalla fuoriuscita di petrolio dalla sua piattaforma petrolifer Deepwater Horizon
Dopo la British Petroleum, che aveva in uso la piattaforma Deepwater Horizon, ora anche la proprietaria delle torri di trivellazione marina Transocean sarà costretta a versare l’enorme cifra di 1,4 miliardi di dollari per il danno ambientale causato all’ecosistema del Golfo del Messico dopo la fuoriuscita di petrolio nel 2010. L’inadempienze delle due società avevano causato la morte di 11 persone e la marea nera, oltre alla fauna e alla flora del Golfo, avevano messo in ginocchio l’economia delle zone colpite carburante grezzo.
L’accordo
“Come parte di questa risoluzione, una controllata Transocean ha accettato di dichiararsi colpevole di una violazione del Clean Water Act (Cwa) per lo scarico negligente di petrolio nel Golfo del Messico e di pagare 1,4 miliardi di dollari di multe, ripristini e sanzioni, esclusi gli interessi. Questa risoluzione comporterà che il Dipartimento di giustizia concluda la sua indagine penale su Transocean, estinguendo le richieste di sanzioni civili nei confronti della compagnia relative allo sversamento dal giacimento di Macondo della Bp”, scrive la società svizzera in una nota. Il Procuratore generale statunitense Eric Holder ha affermato che l’accordo “ci porta ad un significativo passo verso la giustizia per la devastazione umana, ambientale ed economica causata dal disastro della Deepwater Horizon”.
Saranno finanziati progetti per il ripristino ambientale
Transocean donerà alla National Academy of Sciences 150 milioni di dollari per un periodo di 5 anni per la prevenzione e l’intervento sugli sversamenti petroliferi nel Golfo del Messico. La stessa somma, ma per tre anni, verrà consegnata alla National fish and wildlife foundation per il ripristino della fauna marina e la bonifica dell’habitat costiero.
