Il mea culpa di Schmidt: non siamo stati capaci di rispondere a Facebook

Discontinuità generazionali. A partire dalla seconda metà della prima decade degli anni duemila l’avvento dei social network ha introdotto una nuova dimensione internet. Si sono così create le premesse per il successo di società note ormai al grande pubblico come Facebook, LinkedIn e Twitter.

Successo che queste internet companies stanno oggi cercando di monetizzare, capitalizzando l’enorme numero di utenti che gravita attorno alle loro piattaforme. E’ l’internet dell’era post Google, la cui capacità egemonica, tecnologica e sociale insieme, è tuttora in fase di espansione.

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Quanto avvenuto dimostra come la competizione nella dimensione internet, nonostante sia stata inizialmente monopolizzata da un’azienda come Google, sia più viva che mai e che esistono sempre e comunque spazi per creare delle discontinuità che generano nuove opportunità di mercato.

Il mio grande fallimento – afferma Eric Schmidt – nei dieci anni che mi hanno visto alla guida di Google come Ceo (ruolo ora passato nelle mani di Larry Page) è stato di non essere riuscito a formulare una proposta in grado di competere con quanto realizzato da società come Facebook. Quest’ultima azienda ha creato il proprio valore attorno a quello che Schmidt definisce servizio di identità sociale, ovvero un servizio che basa il suo modello di business sulle informazioni che un media sociale è in grado di raccogliere sui singoli utenti o network di utenti determinando così la possibilità di migliorare l’erogazione di informazioni.

Nel mondo dell’online dice Schmidt – è fondamentale sapere con chi hai a che fare. Ho avuto sempre l’esatta percezione di questo valore, ma non sono riuscito a tradurla in termini operativi. Certo, la partita non è ancora terminata e Google, forte della convinzione che deve necessariamente esistere una funzionalità social all’interno dei propri servizi, sta perseguendo un progetto per colmare il gap generazionale.

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Secondo Schmidt il mercato internet consumer è attualmente dominato da una gang of four, una banda di quattro aziende che rispondono ai nomi di Google, Facebook, Apple e Amazon. Ciascuna si è inserita nell’alveo di internet con una proposizione originale e persegue un percorso di crescita autonomo e indipendente con un modello di business che si è nel tempo articolato e consolidato grazie al coraggio di introdurre nuove ipotesi di sviluppo.