Un appartenente ad Anonymous ha minacciato di mettere online i nomi degli autori di uno stupro ai danni di una 15enne. Ora l’uomo rischia una condanna per hacking cinque volte superiore a quella dei violentatori

Deric Lostutter pensava di fare del bene e invece rischia fino a 10 anni di carcere. Il 26enne consulente informatico statunitense aveva visto su Facebook, Twitter e Instagram le foto di una 15enne struprata da un’intera squadra di football. Il fatto era avvenuto a Steubenville, un piccolo centro dell’Ohio che per evitare lo scandalo aveva insabbiato la vicenda.

Indossando i panni di KYAnonymous, il suo alter ego nel gruppo di Anonymous, Lostutter aveva violato il sito ufficiale della squadra, i RollRedRoll, e aveva minacciato di diffondere i dati personali degli stupratori in Rete se questi non avessero almeno chiesto scusa alla vittima. Non è passato molto tempo che Lostutter si è visto sfondare la porta di casa dall’FBI per il reato di criminalità informatica. Ora per la sua attività di hacking l’uomo rischia fino a 10 anni di carcere contro i 2 che potrebbero essere assegnati ai minorenni autori dello stupro.

Hacker = terrorista

Questa ingiusta disparità nell’assegnazione delle pene è dovuta al Computer Fraud and Abuse Act (CFA), una legge del 1986 che equipara l’hacking al terrorismo. L’emendamento era diventato di interesse pubblico dopo il suicidio dell’ethical hacker Aaron Swartz, che si pensava fosse una delle fonti di WikiLeaks. Il giovane fautore di una maggiore libertà in Rete rischiava 50 anni di carcere per aver reso pubblici alcuni documenti rubati ai server del MIT.

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“Anche se gli atti erano illegali, è difficile vedere cosa Lostutter abbia fatto di sbagliato. È una vergogna: i tribunali potrebbero condannarlo con una pena che tratta il suo attivismo informatico peggio della violenza sessuale”, commenta Gregory Ferenstein di Techcrunch.