Dalla pasta e fagioli a facebook…

Ho appena colto dalla TV una notizia che mi incuriosisce, all’interno di un’intervista ad un noto cantautore che mia moglie stava ascoltando in salotto e quindi proprio per caso. Il cantante citava un fatto curioso: di un ladro che, dopo essersi introdotto nell’alloggio di un malcapitato, aver rovistato dappertutto ed essersi impossessato della roba di valore trovata, prima di andarsene ha notato in un angolo un PC ancora acceso e connesso ad Internet. Come sirena di omerica memoria, l’oggetto tecnologico lo attrasse a tal punto che non poté resistere nel collegarsi in uno dei più noti social network per verificare lo stato dei suoi contatti e dei suoi messaggi. Ciò gli fu fatale, perché le tracce elettroniche lo portarono dopo qualche mese di fronte alla giustizia!
Piuttosto stimolato dalla cosa, ho poi cercato nella rete degli strilli che potevano riportare il tutto con maggiori dettagli, ed ho trovato che il fatto in effetti è vero ed è successo nel Lazio. Ma anche se non lo fosse stato, mi piace pensare che invece avrebbe avuto tutte le carte in regola per esserlo, perché oramai nel nostro mondo il virtuale pare di gran lunga più appariscente, e quindi spudoratamente più vero del vero. E’ bastato infatti sentire questo fatto e le mie vecchie sinapsi si sono divertite ad arricchire e ricomporre, come se dalle tessere di un puzzle che dovrebbe comporre un castello nascesse un paesaggio marino. E’ ancor più curioso che altri, come ho visto in rete, abbiano fatto la stessa riflessione che ora vi riporto. Siamo tutti figli dei nostri tempi, disse qualcuno filosofeggiando, ma i tempi cambiano e, purtroppo, con l’avanzare dell’età se ne può accorgere molto di più che studiando la storia sui libri. Nell’insalata di neuroni che popola la mia scatola cranica, allora, è nato spontaneo e immediato un sillogismo tra il ladro di cui sopra con altri malfattori, frutto però della fantasia di uno dei più importanti registi italiani del dopoguerra, il mitico Monicelli, che in una scena del celebre film “i soliti ignoti”, sceneggiò la loro attrazione fatale per un pentolone di pasta e fagioli all’interno di un loro furto maldestro. Pasta e fagioli ieri, Facebook oggi…o tempora o mores. Io che ho cominciato a lavorare nell’informatica quando il personal computer era lo spectrum o il commodore64, sono attratto da fecebook perché sono innamorato della tecnologia, ma davanti a un piatto di pasta e fagioli non saprei proprio resistere. E voi? Meditiamo, gente, meditiamo:-)

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Tratto dall’editoriale della Newsletter di DMO!

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