Foto pericolose

Arrestata ragazza americana: diffondeva le proprie foto senza veli attraverso il web. È un reato e si chiama sexting.

Non credo che la ragazza americana, che ha diffuso sul web le proprie immagini senza veli, si stesse rendendo conto del sottile confine che c’è tra esibizionismo e reato. Le autorità stanutitensi hanno accusato la quattordicenne del New Jersey di diffusione di materiale pornografico, un gesto che nel gerco specifico si chiama “sexting”, che vuol dire “sesseggiare” o scambiarsi immagini osè.
La scena del crimine, visto che di crimine si tratta, è stata l’area del profilo personale di MySpace dell’adolescente. Proprio su MySpace la ragazza aveva caricato le foto che la ritraevano nuda, dichiarando di averlo fatto unicamente per permettere al proprio fidanzato di vederle. Le autorità americane sembra però che non abbiano avuto alcuna compassione per questo gesto, che pur potrebbe essere stato dettato dalla giovane età. L’hanno subito arrestata, senza risparmiare pesanti accuse nei suoi confronti: detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Inquietante è la pena che potrebbe abbattersi sulla ragazza, che, se sarà giudicata colpevole, rischia una reclusione fino a 17 anni e l’iscrizione al registro dei sex offender, ovvero i colpevoli di reati sessuali.
Attualmente si sta discutendo a proposito delle leggi da applicare per il caso appena analizzato.
In mezzo al dibattito sulla colpa o l’innocenza spicca la voce di una madre americana, profondamente coinvolta da casi del genere, perchè purtroppo testimone dell’uccisione della propria figlia da parte di due sex offender. La donna sostiene che la ragazza ha bisogno di aiuto piuttosto che di guai legali. Ciò che davvero le sarebbe utile sono interventi disciplinari e di tutela per farle comprendere la gravità e la pericolosità dell’eroore commesso.
Alla fine la punizione per la ragazza ci sarà. Verrà usata la nuova legge, proposta da Ronald Maag, applicabile ai minori di 18 anni e in grado di ridurre le accuse ad un’infrazione di minore entità. La ragazza in ogni caso dovrà comparire davanti a un tribunale per essere giudicata. Per quanto riguarda la minaccia di registrazione alla lista dei sex offender, non ci sarà alcuna segnalazione, che non aiuterebbe certo la giovane alla rieducazione.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Leggi anche:  WhatsApp, scoperto un bug nell’uso del microfono