Gli editori italiani contro il Google

Sono tre le principali obiezioni al servizio Google Books presentate oggi dall’Associazione Italiana Editori (AIE) alla Corte di New York e contenute nel parere inviato alla Commissione europea per l’audizione del 7 settembre sul tema. Le obiezioni – disponibili sul sito www.aie.it – si riferiscono all’accordo transattivo (Settlement) per chiudere la class action tra Google e le associazioni di autori ed editori americani per il servizio Book Search, che coinvolge anche qualsiasi opera libraria italiana disponibile sul mercato USA (la prima udienza della Corte di New York è prevista il 7 ottobre).

Il Settlement prevede che Google possa digitalizzare e vendere in diverse forme le opere fuori commercio a meno che gli autori o gli editori non dispongano diversamente registrandosi in un apposito Registro: “Ciò viola in più parti la Convenzione di Berna sul diritto d’autore – si legge nel testo inviato alla Corte – che stabilisce il consenso preventivo per qualsiasi utilizzo delle opere e che la tutela prescinda da qualsiasi registrazione”.

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“Siamo di fronte – sostiene l’AIE – a un accordo privato che di fatto istituisce un regime speciale di gestione dei diritti a favore di una singola impresa. Il che è senza precedenti, in quanto le eccezioni del diritto d’autore sono sempre stabilite invece dalla legge e a favore del pubblico, non di un singolo.

Un regime di questo genere genera rischi concreti di creazione di un monopolio nell’editoria elettronica libraria. Qualsiasi concorrente di Google, infatti, dovrà continuare a chiedere le dovute autorizzazioni. Chi potrà competere con il gigante di Mountain View, che già può sfruttare le sinergie con il suo motore di ricerca per acquisire visibilità?”

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In un’industria culturale il monopolio ha conseguenze non solo economiche. Una clausola del Settlement, denunciata con forza nei dossier AIE, attribuisce a Google un potere totalmente discrezionale di escludere i libri non graditi. La prospettiva di un monopolio associata a un incondizionato potere censorio deve preoccupare non solo gli editori.

Infine AIE, in quanto coordinatore del progetto Arrow (www.arrow-net.eu) che in Europa sta affrontando i problemi della gestione tecnologica dei diritti per le biblioteche digitali, è stata incaricata dalla Federazione europea degli editori di svolgere un’analisi tecnica dettagliata delle modalità di gestione dei dati sui libri.

“L’approccio di Google è totalmente diverso dal nostro – ha spiegato Piero Attanasio, direttore tecnico di Arrow – Sorprendentemente, invece di utilizzare a pieno le tecnologie di rete, hanno deciso di accumulare in un’unica banca dati centrale oltre 60 milioni di record, di fonti diverse, combinati in modo non trasparente”.

I risultati? Una indagine AIE  ha rilevato tassi di errore fino all’81% nella corretta individuazione della disponibilità commerciale dei libri.

L’analisi integrale è liberamente scaricabile a questo link