La metamorfosi dei media

Sempre più alto il numero di persone che privilegiano l’informazione audiovisiva e Internet. Quasi il 40% della popolazione non contempla nel proprio menu mediatico l’informazione basata su carta. I risultati del rapporto Censis sulla comunicazione.

I risultati espressi dall’ultimo rapporto sulla comunicazione del Censis evidenziano come le abitudini nei confronti dei media diventino sempre più eterogenee e che i mezzi di informazione non tendano a cancellare i precedenti, ma a integrarsi definendo una dimensione di complementarietà.

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I dati di macrotendenza, quelli che rilevano l’uso dei diversi media almeno una volta la settimana, dimostrano che l’universo è in continua espansione. Sebbene le tecnologie audiovisive, siano quelle più popolari, si registra un aumento anche nel consumo di libri e quotidiani.

Se la TV si conferma il media preferito l’incremento più forte è quello stabilito da Internet, + 26,9%, per un totale di utilizzatori pari al 47%. percentuale significativa, ma comunque inferiore a tutte quelle ascrivibili agli altri media.

Pur registrando un incremento nella lettura dei quotidiani, l’evoluzione nel mondo della comunicazione penalizza soprattutto la carta stampata a pagamento.

La lettura dei quotidiani passa infatti dal 67% al 54,8%, dato che viene ulteriormente penalizzato quando si prende in considerazione l’utenza abituale, ovvero coloro che leggono il giornale almeno tre volte al settimana.

In questo caso si nota una ancora più profonda accelerazione nell’abbandono della lettura dei quotidiani a pagamento che, nell’ultimo biennio 2007-2009, passa dal 51,1% al 34,5%.

L’altro dato a cui prestare attenzione è quello che indica quanti sono i fruitori di media che usano Internet, insieme a radio e Tv, ma non i mezzi a stampa.

A questo proposito il Censis conia un nuovo termine, press divide, ovvero il divario tra quanti contemplano nelle proprie diete i media a stampa e quanti non li hanno ancora o non li hanno più: nel 2006 era il 33,9% degli italiani a non avere contatti con i mezzi a stampa, mentre nel 2009 si è arrivati al 39,3% (+5,4%).

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Una tendenza che mette inevitabilmente in crisi il modello di sostenibilità degli editori i quali, pur avendo investito nelle edizioni online, traggono i loro profitti in modo ancora sostanziale dalla carta.

E’ evidente, afferma il Censis, di quanto la crisi abbia reso ancora più marginale il ruolo della carta stampata nel processo di formazione pubblica del nostro paese.

Le fonti informative tendono a differnziarsi e a penalizzare gli stessi quotidiani online che nell’ultimo biennio registrano una flessione dell’utenza abituale di circa 3 punti percentuali passando dal 21,1% al 17,7%.

I dati del Censis non rivelano nemmeno uno scenario di grande innovazione. Gli italiani si dimostrano esser piuttosto conservatori, grandi amanti di TV e Radio, poco propensi all’uso di Internet.

Negli ultimi due anni l’utenza internet è passata dal 45,3% al 47% a conferma che il nuovo media ha raggiunto una dimensione di saturazione, il cui sviluppo è frenato dalla estraneità del pubblico più anziano.

Com’era prevedibile, in relazione all’utilizzo di Internet vi è una netta spaccatura tra giovani (l’80,7% si connette al web), da una parte, e adulti (nella classe d’età 30-64 anni si connette il 46%) e anziani (soltanto 1 su 10 si connette), dall’altra.

Il terzo solco che divide la società italiana nel rapporto con Internet attiene ai livelli di istruzione: tra i soggetti più istruiti il 67,2% afferma di connettersi a Internet, tra i meno scolarizzati appena il 28,6%.