Social network-strategie: la preghiera virtuale

Costantemente sulla cresta dell’onda e del successo i social network sembrano immuni ai colpi inferti dalla crisi al mondo intero. Eppure alcuni membri della categoria svelano il bisogno di attivare certi strani stratagemmi per accalappiare un maggior numero di utenti.

In questo periodo di crisi gli unici che sembrano non sentirne gli effetti sono i social network. Numerose aziende puntano il dito contro di loro, individuandoli come la causa principale del loro insuccesso. Questo fenomeno è stato rilevato da un rapporto della società di sicurezza Sophos, rapporto secondo il quale un’azienda monitorata su quattro ha subito attacchi di spam, phishing e malware attraverso siti come MySpace, Facebook e Twitter. Inoltre due imprese analizzate su tre temono che questi siti mettano a rischio la sicurezza aziendale.

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Eppure alcuni stratagemmi adottati dai social network inducono a pensare che in fin dei conti non siano così sicuri del proprio successo. Per permettere a qualsiasi cittadino del mondo di usufruire di Facebook, il team di Mark Zuckerberg ha reso possibile la traduzione del social network in ben 62 lingue, tra cui tamil, ebraico, vietnamese e hindi. La generosità linguistica ha ripagato il social network con un totale di ben 250 milioni di iscritti in tutto il mondo.
Più originale la recente trovata di Twitter, solidale con gli ebrei soliti pregare presso il Muro del pianto. Il social network offre ai fedeli la possibilità di scrivere le proprie preghiere sul sito “tweetyourprayers.info”, senza doversi recare di persona nel luogo santo. Le preghiere, spedite con un semplice click, sono successivamente raccolte, sotto forma di bigliettini, da zelanti corrieri che provvedono a trasportarle presso il Muro del pianto. Come vuole la tradizione le preghiere sono poi inserite all’interno del muro, nella speranza di essere esaudite. Per pregare in questo modo bizzarro è sufficiente avere un computer e una connessione, con i quali accedere al servizio ‘Twit at the Kotel’: un luogo virtuale pronto a raccogliere i pensieri dei fedeli, con tanto di firma. Non ci resta che attendere per verificare se anche Twitter come Facebook, riuscirà a raccogliere i frutti del proprio stratagemma.

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Insomma, i social network non sanno più che cosa inventarsi per cercare di accalappiare sempre più adepti, giusto per usare un termine in linea con la tipologia d’utenza prescelta da Twitter, quella religiosa.