Suonata da ottantamila dollaroni!

I manager delle major e i loro rappresentanti legali debbono aver pensato che Mao Tse Tung avesse avuto ragione almeno in un’occasione, ovvero quando coniò un noto aforisma per sintetizzare il modo d’agire da utilizzarsi contro gli oppositori della sua “rivoluzione culturale”: punirne uno per educarne cento! Non può essere che per questo, per punire non cento ma milioni di utilizzatori di internet, che si sono accanite contro Jammie Thomas-Rasset, cittadina dello stato del Minnesota, impiegata e madre di famiglia, colpevole di avere scaricato abusivamente un piccolo numero di brani musicali (per la cronaca 24) attraverso l’oramai noto meccanismo del peer-to-peer. Citata in giudizio un paio d’anni fa, decise allora di rifiutare un accordo con la RIAA – Recording Industry Association of America, ovvero l’associazione americana dei produttori discografici – per cui si imboccò l’iter processuale terminato pochi giorni fa, con una sentenza che sta facendo discutere e che obbliga la donna ad un risarcimento record di 1,92 milioni di euro, perché giudicata colpevole di pirateria informatica, avendo violato le leggi che regolano i diritti d’autore.

Facendo un rapido “conto della serva” si può calcolare che ogni brano potrebbe costare alla “pirata” 80.000 dollari! Uso il condizionale perché i rappresentanti delle etichette discografiche hanno fatto già sapere che sono disposti a trattare con la condannata per arrivare ad una transazione, sicuramente perché l’obiettivo, così come citavo all’inizio parafrasando Mao, è stato raggiunto?

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Si vedrà scendere in modo sensibile il traffico illegale dati di tipo p2p? Io ho la sensazione che non sarà così scontato, anzi vedo da un’altra ottica che tutto ciò non potrà che esacerbare ancor di più gli animi di chi non si sente un criminale solo per aver scaricato un pò di musica per ascoltarla personalmente, senza fini di lucro. Come spiegare altrimenti il recente successo elettorale dei “pirati della baia” in Svezia, che hanno portato un rappresentante nel parlamento europeo? Non sarebbe più opportuno cercare nuove vie, piuttosto che accanirsi su poveri capri espiatori? La storia di Jammie mi ha fatto venire in mente un’altra notizia che ho letto qualche giorno fa, di una multa di più di 5000 euro inflitta a Francavilla ad un pensionato di ottanta anni che vendeva “abusivamente” uova al mercato. Pene sproporzionate e che fanno parteggiare immediatamente per il più debole, anche se ha infranto delle leggi. Non penso che sia una saggia operazione di marketing puntare alla paura e al terrore, e come minimo ci si attira l’antipatia, la stessa che viene spontanea verso lo sceriffo di sherwood, schierandosi senza se e senza ma con robin hood, anche se di origini ladresche.

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O no? Meditiamo, gente, meditiamo 🙂

Tratto dall’editoriale della Newsletter di DMO!

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