Un rumoroso silenzio: il manifesto della libertà d’espressione

E’ prevista per il 14 luglio la protesta di blogger e giornalisti contro le leggi che limitano la libertà d’espressione in internet. I manifestanti stanno preparando un video a forte impatto che andrà in onda su YouTube per denunciare al mondo i soprusi del governo italiano.

Un uomo imbavagliato e poi una donna con la bocca sigillata da un pezzo di stoffa. E poi un altro uomo e un’altra donna, anch’essi muti, o per meglio dire, zittiti. A zittirli è il disegno di legge Alfano. In seguito a questa proposta il popolo di internet composto da un esercito di blogger e giornalisti agguerriti ha lanciato l’offensiva. Quest’ultima si svolgerà il 14 luglio, data stabilita per protestare contro le restrizioni della libertà d’informazione nel web. Poeticamente battezzata la giornata del “rumoroso silenzio”, la protesta farà il giro del mondo grazie a YouTube, che manderà in rete un video con persone imbavagliate affiancate da sottotitoli in inglese. Questa scena potrebbe avere sul pubblico mondiale un impatto così efficace da far vergognare i politici italiani e costringerli a ritirare tutto quanto, pena la discesa nel più abissale baratro di impopolarità.

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Il disegno di legge Alfano contiene tra gli altri un provvedimento che riguarda la disciplina sulle rettifiche, solitamente applicabile alla stampa e ora riguardante anche i blog. Stando al comma 28 dell’art. 1 del disegno di legge, il responsabile di qualsiasi sito informatico ha lo stesso obbligo di rettifica che la legge sulla stampa pone a carico del direttore responsabile delle testate giornalistiche. Se la rettifica non avviene entro 48 ore il responsabile in questione rischia una multa fino a 25 milioni di vecchie lire. Ancora più grave è ciò che potrebbe avvenire nel web a causa di una pena del genere. Sentendosi minacciati, i responsabili dei siti informatici potrebbero smettere o comunque diminuire la pubblicazione dei contenuti degli utenti che si esprimono su social network e blog pubblici.

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Tra le file di seguaci della protesta a favore della libertà d’espressione si inserisce anche “Altroconsumo”. La società sostiene che attualmente i cittadini e i consumatori che postano le loro idee e i loro pensieri nei social network hanno l’obbligo di rispondere alle conseguenze di quanto hanno affermato. Pertanto non c’è alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili, con il rischio di porre definitivamente un bavaglio alla rete.