Banco Popolare: la Nuova Frontiera dei Pagamenti Unificati

Il gruppo bancario oggi è già attivo con una Nuova Piattaforma Unificata dei Pagamenti, in tempi da record. Un modello per l’Europa

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Criticare e mettere alla berlina l’Italia in questi ultimi decenni è stato un po’ uno sport nazionale e, purtroppo, per certi versi i motivi non sono mancati.  Ci sono però settori dove l’Italia riesce a far bene, a non sfigurare e a volte non si limita a ciò, ma prende perfino le redini del carro Ue. E lo fa, senza tema di esagerazione, con il piglio del leader. Un esempio è il progetto realizzato da Enterprise (www.ent4bank.com), azienda attiva da quasi vent’anni nel mercato delle soluzioni IT dedicate al settore finance & banking, per il Gruppo Banco Popolare (www.bancopopolare.it). Il progetto è in sinergia con la società di servizi che integra soluzioni informatiche per tutte le Banche del Gruppo, Società Gestione Servizi (SGS).

Vediamo meglio di cosa si tratta.

Il cuore consiste in un sistema di pagamento pienamente unificato, adeguato alla normativa europea e, in particolare, per il Sepa (Single Euro Payments Area). L’accordo entrerà in vigore il primo Febbraio 2014 e prevede un’area omogenea in cui tutte le banche e le istituzioni finanziarie concordano di adottare standard unici per le transazioni finanziarie, in particolare per i bonifici bancari e il trasferimento di denaro.

Data Manager ha incontrato i vertici delle aziende coinvolte nel progetto per capire più in dettaglio le motivazioni, le modalità e gli obiettivi raggiunti.

I protagonisti del progetto

«Enterprise è un’azienda che da circa 20 anni opera sul mercato, sia nazionale che estero – ha esordito Filiberto Salvioni, direttore generale di Enterprise -. Si rivolge essenzialmente alle banche, tra queste si annoverano le principali italiane e alcuni istituti esteri. Molte hanno già installato con piena soddisfazione i nostri prodotti». La missione di Enterprise è dunque «quella di realizzare prodotti per banche», cosa che rende indispensabile avere diverse competenze «di tipo bancario, organizzativo e tecnologico. Il patrimonio aziendale è costituito principalmente dalle risorse umane che, nel corso di questi 20 anni, sono cresciute al nostro fianco».

«Enterprise è un’azienda di nicchia: ci piace definirla la boutique dell’informatica bancaria – spiega Marisa Casale, amministratore delegato di Enterprise -. Le risorse sono oggi costituite da cento esperti dislocati su tre sedi: Roma, la sede centrale, Milano e Torino. Le sedi sono collegate con tutte le banche del territorio nazionale attraverso linee veloci, che ci permettono di lavorare praticamente in tempo reale da remoto. Non abbiamo sposato la filosofia del “body rental” che andava di moda tempo fa, per esempio nei progetti legati all’anno 2000 e all’avvento dell’euro: la nostra scelta è stata quella di concentrarci sullo sviluppo di prodotti e soluzioni dedicate al settore bancario, non alla vendita di ore di consulenza. La nostra presenza, oltre che a tutta Italia, si estende anche a Paesi come l’Arabia Saudita e la Malesia». Con una precisazione che tiene a fare Salvioni: «La nostra filosofia è vendere, installare, integrare, migrare, ma poi tornare a casa, perché i prodotti devono essere sufficientemente robusti da non avere la necessità di una cura continua e giornaliera da parte del fornitore o da parte delle risorse della banca. Quindi, realizzare prodotti che non assorbano in maniera eccessiva le risorse umane della banca cliente, affinché possano dedicarsi a innovazioni e a evoluzioni anche dal punto di vista business».

Leggi anche:  Accordo PagoPA e Visa per promuovere l’utilizzo dei servizi di pagamento digitali

Da sottolineare l’andamento del business di Enterprise, in costante crescita anche in anni di crisi come gli attuali. Conferma infatti Salvioni: «I grandi gruppi bancari, che nel passato sicuramente avevano difficoltà ad affidare la partnership tecnologica ad aziende dimensionalmente non grandissime, apprezzano oggi quella componente di know-how e anche di robustezza aziendale che Enterprise può fornire. La nostra società infatti, anche in questo periodo di crisi economica, continua ad acquisire nuovi clienti, nuove banche e mantenere un trend di crescita annuale, confermato anche nel 2011. Questo è legato anche al continuo sforzo di sviluppo che dedichiamo ai nuovi prodotti, con investimenti che vanno dal 20 al 30% del fatturato annuo. In termini numerici, stiamo parlando di una somma che si aggira annualmente tra 2 milioni e mezzo e 3 milioni di euro». Anche le risorse umane, come già ricordato, rappresentano un asset importante su cui Enterprise vuole continuare a investire. «Oggi, delle 100 risorse che lavorano all’interno della nostra azienda, il 45% è costituito da laureati e il 60% circa da diplomati e si tratta di personale impiegato esclusivamente nella produzione». Infatti, aggiunge Casale: «La gestione dell’azienda è esternalizzata, quindi gestione del personale, paghe e stipendi, bilancio, sono tutte attività date in outsourcing».

In termini di visibilità sul mercato, Enterprise partecipa alle Riunioni Puma (Procedura unificata matrice aziendale) di Banca d’Italia, oltre a essere «partner di Swift e di IBM: ciò ci porta a conoscere il mercato sia da un punto di vista tecnologico, sia da un punto di vista del business, della concorrenza a livello internazionale e via dicendo».

Per quanto riguarda il cliente, invece, parliamo di SGS, la Società Gestione Servizi, oggi una società consortile di proprietà al 100% del Gruppo bancario Banco Popolare e la cui missione è quella di agire come struttura operativa dell’intero Gruppo, fornendo, appunto, servizi basati su tre pilastri principali: «Il primo è la gestione applicativa – spiega Giovanni Pietrobelli, direttore generale di SGS-Banco Popolare -, che consiste nella progettazione e manutenzione di tutti i sistemi informatici; il secondo, la produzione, che garantisce che tutto il sistema funzioni secondo i parametri fissati; il terzo e ultimo, è la gestione di tutto il sistema contabile di Gruppo: Estero, Titoli, Incassi e Pagamenti. Cose che ricadono sotto la nostra responsabilità e che vengono gestiti con appositi strumenti di back-office. SGS è dislocata su più sedi e conta attualmente circa 1.600 dipendenti». In particolare occorre precisare che oggi, grazie alle ultime operazioni di fusione, perfezionate nel dicembre dello scorso anno 2011, Banco Popolare è una banca operativa, con circa 2mila filiali, che comprende 6 banche-reti: Banca Popolare di Verona, Popolare di Novara, Popolare di Lodi, Popolare di Crema, Popolare di Cremona e Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno. Si aggiungono poi il Credito Bergamasco e la Banca Aletti, una banca di investimenti e la parte finanziaria del Gruppo.

Leggi anche:  Credem accelera la crescita sui mercati digitali

Un progetto da record

Entrando nel dettaglio del progetto realizzato da Enterprise per il Gruppo Banco Popolare, l’occasione è stata offerta da due considerazioni: «La prima è stata la nascita, nel 2008, della Single Euro Payments Area, la cosiddetta Sepa, che ha consentito di unificare le modalità di pagamento nazionali e internazionali», spiega Marco Urbani, responsabile della funzione Applicazioni Estero e Sistemi di Regolamento in SGS-Banco Popolare. In termini pratici, si è trattato di coniugare il mondo dei pagamenti domestici (che in Italia significano Bonifici ordinari – BON, Bonifici di importo rilevante – BIR), con quello dei Bonifici Esteri (FIN) nonché il Bonifico europeo (SCT – Sepa Credit Transfert). «La scelta è caduta sulla soluzione UniPay di Enterprise per l’affidabilità del fornitore, con cui avevamo già realizzato un altro progetto per l’automazione dell’area Estero basata sul loro software Premia – aggiunge Urbani – e per le caratteristiche innovative di UniPay, che, sulle comparazioni effettuate anche con software esteri, ci hanno fatto scegliere il prodotto UniPay per il nostro Gruppo bancario». Tra le principali, ricordiamo la facilità di utilizzo, data dal fatto che la soluzione è basata su Web, quindi è accessibile attraverso un semplice browser. «Il progetto per Banco Popolare ha costituito anche una grande opportunità per rivedere la nostra architettura informatica, unificando le precedenti 5 procedure in una unica e riuscendo a rendere operativi in breve tempo i circa 2mila sportelli del nostro Gruppo in 10 mesi, e di rendere i processi del back-office in termini di controlli e celerità, nelle quadrature, più performanti. Inoltre la clientela con il nostro operatore di sportello avrà la possibilità di fare on line pagamenti sia in  ambito “domestico” che “internazionale” con estrema rapidità», conclude Urbani.

I vantaggi ottenuti dal progetto

Sia SGS-Banco Popolare che Enterprise hanno ottenuto numerosi vantaggi dal successo conseguito dal progetto di unificazione dei pagamenti. «Da parte di SGS-Banco Popolare possiamo dire di aver trovato in Enterprise un partner molto affidabile, con cui abbiamo messo in atto e perfezionato  una soluzione che alla fine si è rivelata complessa e articolata – prosegue Urbani -: una grande sfida che ci ha dato tanta soddisfazione, perché oggi possiamo dire di essere l’unico Gruppo bancario italiano in grado di utilizzare la Sepa al 100%, due anni prima della scadenza europea che è prevista per il 1° febbraio 2014. Abbiamo ricevuto complimenti da tutte le banche, sui tavoli nazionali e internazionali cui partecipiamo». Attualmente, Banco Popolare è meta di visite da parte di altri istituti: «Riceviamo visite da parte di manager di aziende che vogliono capire come abbiamo fatto a realizzare in un tempo così ridotto un progetto di questa portata», aggiunge infatti Pietrobelli. A conti fatti, considerando per esempio la fase di formazione sulla soluzione implementata presso le banche del Gruppo Banco Popolare, si è trattato di coinvolgere circa 2mila filiali, con 3-4 addetti per ognuna. «Abbiamo affrontato il tema formazione in due modi – aggiunge ancora Urbani -: da una parte, un corso self-service online che ha visto la partecipazione di 9-10mila risorse; dall’altra, delle sessioni in aula, che abbiamo deciso di rivolgere a dei tutor, due per ogni area, che a loro volta hanno formato le altre risorse, per un totale di circa 7-8mila addetti». Ma i vantaggi per Banco Popolare si vivono anche nei rapporti con i clienti finali. Infatti: «Oggi è possibile svolgere più fasi batch (Inoltro e Ricezione dalle reti) durante il giorno, e i batch possono essere fatti a Tp attivo – conclude Urbani -. In termini pratici, significa che, mentre prima le spedizioni delle disposizioni venivano effettuate quasi tutte nel ciclo notturno, oggi la banca ha anticipato tutti questi processi al ciclo diurno. In altri termini, in funzione delle esigenze di business della banca, si può andare al regolamento dei bonifici “same date”, cioè nella stessa giornata di emissione o immediatamente il mattino dopo per bonifici inviati anche di notte». Una opzione che ovviamente allarga la possibilità di offrire servizi flessibili a ogni tipologia di clienti, garantendone la soddisfazione.

Leggi anche:  Il volume globale delle transazioni non-cash raggiungerà gli 1.3 trilioni nel 2023

E per Enterprise? «Altre banche nazionali, avendo notato che il Banco Popolare iniziava a inviare in rete flussi nei nuovi formati in modo massivo, si sono interessate a Enterprise per capire cos’era stato fatto – conferma Salvioni -. Il nostro settore commerciale è stato coinvolto in diverse presentazioni per illustrare la soluzione».

Il futuro

Manca ancora un tassello alla conclusione completa di un progetto che prevede l’adesione alle nuove normative europee: gli “incassi”. In particolare, si tratta di Sdd (Sepa Direct Debit). «La problematica degli “incassi” si svolge oggi ancora nelle forme puramente nazionali, che però per le imprese sono ancora molto importanti – prosegue Pietrobelli -. Mi riferisco al Rid veloce, per esempio. Quindi, non è ancora chiarissimo come si evolverà questo settore in Europa: penso tuttavia che, per forza di cose, si andrà verso un’unificazione, una standardizzazione europea, ma non è ancora chiaro fino in fondo con quali criteri e con quali regole. Ne consegue che l’argomento “incassi” per noi in questo momento è un tema allo studio: è una delle possibili evoluzioni di questa procedura».

«Comunque voglio sottolineare – conclude Pietrobelli – il fatto che siamo contenti di avere vissuto questa avventura con Enterprise: siamo contenti sia per i risultati ottenuti che per come siamo riusciti a lavorare, sia noi che con il partner. Lo riteniamo assolutamente un progetto di successo».

foto di Gabriele Sandrini