Abitare (e invecchiare) in modo smart

Al Centro per l’analisi dei sistemi complessi dell’Università Bicocca di Milano, un pool di ricercatori analizza l’impatto delle tecnologie su tematiche antropologiche, sociali ed economiche. Crowdyxity, il suo primo spin-off, è già attivo in tutto il mondo

 

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Stefania Bandini responsabile del centro ricerche CSAIL’intelligenza artificiale al servizio della qualità della vita. La tecnologia dei sensori e della Internet delle cose al servizio della qualità della vita degli abitanti delle grandi città e più in generale di una popolazione che invecchia come non è mai accaduto in tutta la storia dell’umanità: a lungo, in buona salute, con denaro da spendere e tanta voglia di fare, mettendo la propria esperienza al servizio di altri. Parlare con Stefania Bandini, ordinario di intelligenza artificiale nel dipartimento di Informatica Sistemistica e Comunicazione dell’Università di Milano-Bicocca e responsabile del centro ricerche Csai (Complex systems and artificial intelligence), aiuta a capire che la tecnologia, inserita in un contesto fatto di rigore scientifico, interdisciplinarietà e apertura mentale, può trasformare in meglio la nostra quotidianità e accompagnarci verso un futuro che la crisi economica ha reso incerto e preoccupante. E che invece può essere ricco di opportunità e modelli alternativi.

Insieme ai suoi colleghi, agli studenti, ai dottorandi dell’Università Bicocca, la professoressa Bandini partecipa a una quantità di progetti di ricerca e iniziative in tutto il mondo («molto più all’estero che in Italia» – ammette con un po’ di amarezza). Tre anni fa, ha dato vita a uno spin-off, Crowdyxity, che sviluppa e commercializza servizi e applicazioni software per gestione delle folle negli spazi di aggregazione sociale (dagli stadi, ai concerti, alle metropolitane) attraverso l’applicazione di metodologie e strumenti di simulazione basati appunto sull’intelligenza artificiale e l’analisi dei sistemi complessi. Durante l’ultimo Salone del Mobile di Milano, il calendario di eventi Fuorisalone ha avuto la collaborazione degli informatici della Bicocca e dei designer del Politecnico per gli incontri e i workshop organizzati al Sarpi Bridge di Milano trasformato in “Longevicity”: un’occasione per riflettere sul tema dell’invecchiamento e della smart city. «Il motto di Longevicity è interface, blend, create. Il messaggio che abbiamo voluto dare è che oggi non si può progettare niente senza tener conto del fattore demografico» – spiega Bandini.

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Di che cosa si occupa il centro dei sistemi complessi? 

Fondamentalmente di quattro cose. «Il primo aspetto, quello su cui abbiamo accumulato una vasta esperienza e che ha portato allo spin-off di Crowdyxity, riguarda i modelli di simulazione di comportamento dinamico di folle e pedoni. Il secondo tema, Silverity, è proprio l’impatto delle tecnologie sulla longevità nella cosiddetta “ageing society”. Partendo dalla nostra competenza sul fronte della pedonabilità urbana, abbiamo voluto concentrarci in particolare sulle tecnologie che aiutano a capire meglio la fruizione dei servizi da parte della fascia di popolazione più longeva». Accanto a questi due filoni, Csai sviluppa diversi progetti nell’area Des&Arts, collaborando con architetti, designer industriali e artisti nella convinzione – spiega la professoressa Bandini – che da queste professioni creative possano nascere le sfide più stimolanti per il disegno dei nuovi scenari tecnologici. Infine, la squadra degli esperti in artificial intelligence della Bicocca ha costruito un ponte con gli economisti della prestigiosa Università di San Gallo, in Svizzera, per studiare nuovi scenari tecnologici rivolti alla “economia evolutiva”, una disciplina che studia possibili modelli economici alternativi basati sull’impiego intensivo di soluzioni tecnologiche avanzate.

Per Stefania Bandini, che è anche visiting professor dell’Università di Tokyo, il fatto che il lavoro del Centro stia ottenendo tanti riconoscimenti all’estero è un evidente motivo di orgoglio. Ma c’è anche un po’ di rincrescimento, non tanto per le solite difficoltà che i ricercatori incontrano quando si tratta di reperire finanziamenti e borse di studio, ma per l’indifferenza da parte di molte istituzioni in Italia nei confronti di conoscenze tanto apprezzate altrove. In Giappone, per esempio, la relazione non è solo di natura accademica. «Abbiamo sviluppato progetti con grandi aziende come Honda, io stessa siedo al tavolo dell’Italy-Japan Business Group. Il Centro Csai opera in territorio italiano, ma siamo soprattutto all’estero. Trovo molto positivo poter inviare i miei studenti fuori dall’Italia per esportare la qualità della nostra ricerca e importare soluzioni intelligenti. Ma lo Stato italiano mi paga per progettare scenari per un futuro da qui a cinque, dieci, vent’anni: se è normale che la ricaduta non sia immediata, forse con un po’ più attenzione arriveremmo a certi traguardi molto prima di altre nazioni».

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Disaster management 

Uno dei principali progetti sviluppati da Crowdyxity è stato commissionato dall’Arabia Saudita, dove gli esperti di pedonalità hanno applicato i loro strumenti analitici per migliorare le dinamiche pedonali nelle sale di attesa della stazione di Arafat, ultima tappa della nuova linea ferroviaria che consente ai fedeli che compiono il pellegrinaggio verso la Mecca (“haji”), di arrivare fino al capolinea di Mina (luogo vietato ai non musulmani). «Il pellegrinaggio – spiega la Bandini – prevede tanti punti dove possono verificarsi congestioni ed è fondamentale ottimizzare i flussi di persone. Quando si parla di folle così grandi, si pensa per prima cosa ai vantaggi in termini di sicurezza. I nostri studi affrontano problematiche di disaster management, con strumenti che permettono di intervenire in casi estremi ma anche di prevenire questi eventi». C’è però anche un altro aspetto: la capacità di progettare situazioni confortevoli nella costruzione dei luoghi pubblici, come gli stadi, dove oltre alla sicurezza si deve garantire anche la fruibilità. «Quando parliamo di smart city posso valutare mille fattori, dall’installazione della cartellonistica fino alla gestione dei singoli eventi. Le tecnologie possono migliorare moltissimi dei servizi erogati da una municipalità».

Multidisciplinarietà 

Il tratto distintivo dei ricercatori Csai è la multidisciplinarietà. Per studiare le soluzioni più confortevoli per i pellegrini islamici, Crowdyxity ha chiesto aiuto al famoso antropologo Ugo Fabietti. In Italia, si lavora insieme a Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, popolando di sensori e videocamere gli stadi in cui il musicista fa ballare decine di migliaia di giovani. A Longevicity sono stati chiamati a discutere di invecchiamento figure come Francesco Zurlo, della scuola di design del Politecnico, per mettere in evidenza il potenziale di business dello stile italiano applicato al comfort dei meno giovani, ma anche il monaco buddista Fausto Taiten Guareschi, per una diversa prospettiva culturale e spirituale della longevità. «L’Italia è seconda solo al Giappone come invecchiamento, ma non ha la stessa consapevolezza. A Longevicity – dice Stefania Bandini – ci siamo ispirati alle quattro nuove condizioni dell’invecchiamento: cibo, habitat, tecnologia e salute per esplorare un mondo di cui sappiamo ancora troppo poco».

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