CEO SUITE – 2010: APPESI ALLA NUVOLA

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I timidi segnali di ripresa di questo inizio d’anno sembrano confermare che il 2010 sarà per le aziende ancora più cruciale e impegnativo del 2009.

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In questo scenario, il contributo dell’Ict al successo delle aziende diventa sempre più importante.

La flessione dei fatturati da una parte, costringe i Cio a ridurre sistematicamente i costi dell’It senza però rinunciare a fornire, attraverso un’ottimizzazione delle risorse, crescente valore per il proprio business.

Per vincere questa difficile sfida i Cio contano di affidarsi a quelle che una recente indagine di Gartner, condotta fra 1.600 Cio di 41 Paesi, ha indicato quali tecnologie strategiche per il 2010, vale a dire cloud computing, virtualizzazione e Web 2.0. In particolare, secondo Nick Jones, senior analyst di Gartner, che ha stilato la classifica Top 10 delle tecnologie strategiche, la virtualizzazione migliorerebbe i processi di business mentre il cloud ridurrebbe i costi. Ma se, già nel 2008, Business Week scriveva che “il cloud computing sta cambiando il mondo”, oggi in Internet ci sono oltre 25 milioni di documenti in cui si parla di cloud computing e di questi oltre un milione trattano di enterprise o private cloud.

Perché tanto interesse e tante aspettative sulla “nuvola”?

Semplice: l’idea di ricorrere all’uso di servizi esterni invece di realizzare tutto in casa pagando e rischiando di “tasca propria” è di assoluto buon senso, soprattutto in momenti di contrazione economica.

Grazie al cloud computing le applicazioni aziendali vengono eseguite da un centro elaborazione dati esterno che addebita all’utente solamente i costi delle elaborazioni. In questo modo l’approccio cloud, che funziona con la logica del pay-per-use, permette di azzerare tutti gli investimenti in Capex trasformandoli parzialmente in Opex e questo perché quanto serve viene messo a disposizione dal provider esterno.

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Altro vantaggio del cloud computing risiede nella rapidità con la quale un’azienda può fare upgrade o downgrade delle sue infrastrutture.

Il servizio di Virtual Data Center offerto da BT, e disponibile per il mercato italiano da quest’anno, consente infatti di accrescere la propria capacità di elaborazione e di storage in 48 ore, “ordinando” il servizio dal proprio Pc comodamente seduti alla scrivania.

Va però detto che, nonostante il crescente interesse del mercato, oggi sono ancora pochi i provider in grado di offrire soluzioni di tipo cloud affidabili capaci nel contempo di ridurre costi operativi e investimenti e di accrescere la competitività delle aziende.

BT Virtual Data Center (VDC) si basa su di una piattaforma ideata per il cloud enterprise e l’It-as-a-Service, che mette a disposizione rapidamente server virtuali in modalità on demand. Tramite le sue interfacce l’utente può “autoconfigurarsi” il proprio data center virtuale – completo di server, storage, rete e servizi di sicurezza – porlo in esercizio, gestirlo e monitorarlo in funzione delle applicazioni utilizzate, della produzione, dei livelli di servizio desiderati e del budget disponibile. Con la soluzione VDC si è, in sostanza, in grado di attivare rapidamente l’infrastruttura necessaria per lanciare nuovi servizi e soprattutto farlo con un investimento proporzionato al grado di fruizione dei medesimi e al business generato.

In conclusione mi pare di poter dire che solo in questi mesi il mercato e le aziende incominciano a prendere seriamente in considerazione le soluzioni cloud, ma sono sicuro che queste ultime trasformeranno profondamente il modo attuale di fruire delle applicazioni e delle infrastrutture di Information and communication technology.

 

Corrado Sciolla, amministratore delegato di BT Italia

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