Cloud computing, tempo di cambiamenti


Nello scenario di grandi trasformazioni che accompagna l’emergere del Cloud computing, il Demand Management assume un ruolo di particolare rilievo

Cloud computing: già nel 2009 è stata la buzzword dell’anno e da allora l’enfasi sul tema non è certo cessata, permeando convegni e articoli che in genere magnificano le virtù di questo nuovo “modello” (altri preferiscono parlare di “approccio”) che promette un radioso futuro proprio nelle classiche aree di tradizionale scontento dei responsabili dei sistemi informativi, ma anche dei direttori finanziari e degli amministratori delegati.

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Uno scenario al 2015 – Recentemente una rivista americana indirizzata al mondo dei Cio ha presentato uno scenario previsionale sul Cloud computing da qui al 2015 indicando una serie di progressi che, secondo alcuni Cio intervistati, si dovrebbero verificare nei prossimi 5 anni in alcuni ambiti per rendere maggiormente solida e appetibile la proposta del nuovo modello. Gli ambiti individuati sono quello della contrattualistica proposta dai fornitori, dei tool per governare le risorse e dell’interoperabilità tra diverse tecnologie Cloud; è interessante notare che si tratta di tematiche individuate da Cio protagonisti di esperienze concrete e, a quanto pare, piuttosto avanzate in ambito Cloud; parlano quindi sulla base di implementazioni già operative, mostrando come il Cloud abbia superato la fase dell’hype e cominci a diventare realtà con il suo inevitabile corollario di problemi e di ricerca di soluzioni.

 

Necessità di chiarezza – Qui in Italia, anche sul tema del Cloud computing, scontiamo un discreto ritardo. Non solo nei confronti degli Stati Uniti, ma anche degli altri principali Paesi d’Europa, come ha mostrato con chiarezza una nostra ricerca, condotta a luglio su un Panel di 300 Cio in Italia e in Europa.

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Nel nostro Paese le aziende hanno necessità di approfondimenti e chiarezza su molti argomenti, proprio perché con il Cloud computing siamo di fronte a una prospettiva che comporta grandi trasformazioni. Lo scenario che analisti e aziende “first mover” ci descrivono, parla di una trasformazione che porterà a cambiamenti nella quantità e nella fisionomia degli attori in campo sul fronte dell’offerta, a ridefinizione di ruoli e specializzazioni nelle figure di vendor, provider e system integrator; e a cambiamenti profondi anche negli skill dei professionisti IT delle aziende utenti, con nuove capacità e vere e proprie nuove professionalità, con differenti mix di competenze tecnologiche, competenze di business, relazionali e gestionali. Per non parlare delle novità nell’ambito degli approcci, delle metodologie, delle metriche di valutazione e delle relazioni tra fornitori e clienti.

Di fronte alla prospettiva di cambiamenti di tale portata, come ricordava recentemente il Cio di una nota azienda italiana, è importante cominciare davvero a porsi e a porre con forza una serie di interrogativi per capire cosa c’è al contorno del nuovo modello e valutarne l’applicabilità concreta. Interrogandosi e ragionando per esempio sui dati da mandare nella Cloud, sull’affidabilità, le performance e i livelli di servizio della rete; ragionare sulle applicazioni (quelle standard e quelle personalizzate) e sulle loro interfacce, sul quando e sul come si dovrà migrare dalle piattaforme già in uso alla nuvola valutando costi, benefici, rischi e Roi e così via, trovando magari nei vendor degli interlocutori più concreti e propositivi.

ruolo strategico del demand management – Indipendentemente dai livelli di maturità raggiunti e dal numero di effettive implementazioni portate a termine, il Cloud computing si presenta – e comincia anche a essere percepito dai Cio – come una possibile risorsa per affrontare annosi e gravi problemi: costi in eccesso, inefficienze di gestione, disallineamento, eccessiva rigidità dell’IT rispetto alla domanda del business e alle esigenze di scalabilità e così via. E tuttavia sappiamo che non è sufficiente questa o quella architettura o quel tool se manca, come si ricordava in un precedente articolo di questa rubrica, la “capacità di anticipare e gestire la domanda di servizi IT in tempi di restrizioni di budget, in cui le stesse organizzazioni IT devono diventare più lean e produttive”. Tanto più che tecnologie e modelli emergenti come il Cloud computing possono sì aiutare, ma comportano anche “un profondo ridisegno dell’IT tradizionale e della sua governance”, verso cui si richiede quindi una seria riflessione e una nuova attenzione.

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Un tema squisitamente di governance è appunto quello del Demand Management, strategico per la ricerca di quell’allineamento tra IT e linee di business che rappresenta uno dei temi ‘topics’ su cui, almeno sulla carta, maggiormente si dovrebbe sentire il benefico effetto del Cloud computing. Per quanto importante, il tema del Demand Management non ha mai trovato fin qui grande attenzione sulle pagine dei media. Grande merito di CIOnet (il business network internazionale dei Cio) averlo messo al centro di una propria iniziativa italiana nello scorso ottobre.

Nel corso di questa iniziativa si è sottolineato il ruolo strategico del demand manager e della sua duplice fisionomia, in termini di skill e di responsabilità: conoscenze sui contenuti – i processi aziendali, le criticità di business dei suoi “clienti” – ma anche capacità di fare da camera di compensazione, ovvero di mantenere in equilibrio le relazioni tra i suoi clienti e la direzione IT. Questo carico di responsabilità e di competenze assegna alla funzione di demand manager un ruolo da co-protagonista nello scenario di IT transformation che stiamo attraversando con l’emergere del nuovo modello Cloud.

Parlando del ruolo e del contributo dell’IT aziendale al processo di creazione del valore e dei nuovi compiti strategici dei Cio, ci siamo chiesti, come CIOnet Italia, quali siano oggi i parametri che possono mostrare la nostra IT e indicarci se avrà un ruolo significativo nel prossimo futuro. Questa la risposta: “La produttività dell’IT e il suo contributo alla produttività del business, l’allineamento dell’IT al business e la connessione dell’IT con le iniziative di innovazione del business”. Bene, il Demand Management è più o meno direttamente connesso con tutti questi “indicatori” e basti questo per spiegare il motivo per cui questo tema è oggi al centro del dibattito sia nelle aziende sia negli ambienti accademici.

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CIOnet: I LAVORI IN CORSO

A soli sei mesi dal lancio, CIOnet in Italia è già in prossimità dell’obiettivo dei 200 Cio associati per il primo anno di vita. CIOnet Italia è il chapter nazionale del più numeroso e attivo business network europeo dei Cio (già 2.200 associati): un fondamentale ambito di riflessione, discussione e scambio di esperienze tra professionisti IT. Dopo i convegni di ottobre (“Demand Management”) e del 27 gennaio (“Beyond Business Intelligence”) i prossimi appuntamenti sono fissati il 7 aprile (“Social Media: il punto di vista dei Cio”) e il 30 giugno (“Creare valore nella morsa dei budget IT e delle richieste del business”). Senza dimenticare Bruxelles con “Cio City” (24-25 marzo): 100 Cio in arrivo da tutta Europa per discutere del ruolo di leadership dell’IT nel generale processo di cambiamento; 18 i candidati al premio per il Cio Europeo 2011.

Alfredo Gatti, managing director di CIOnet Italia